Nel panorama industriale delle Marche, una notizia ha recentemente scosso le fondamenta dell’occupazione e dell’economia locale: il Gruppo Fedrigoni ha comunicato la sua decisione di abbandonare il settore della produzione di carta per l’ufficio. Questa scelta implica una significativa revisione strutturale che porterà alla chiusura di Giano, la società fino ad ora pilastro di tale produzione, e all’avvio delle procedure di licenziamento collettivo per 195 lavoratori.
Il CEO del gruppo, Marco Nespolo, ha reso nota la decisione in una riunione con i sindacati a Fabriano, delineando un futuro aziendale che, seppur ancora radicato nel territorio marchigiano, prevede un importante riposizionamento strategico. Fedrigoni, infatti, ha confermato il suo impegno nell’investire sul marchio Fabriano e il suo rafforzamento su scala globale, un movimento che può essere letto come un tentativo di evolvere in un mercato sempre più digitalizzato e meno dipendente dalla carta tradizionale.
La realtà produttiva di Fabriano, che include non solo la produzione ma anche la manutenzione e la gestione dei materiali e delle spedizioni, subirà quindi una notevole trasformazione. Similmente, l’unità di trasformazione di Rocchetta sentirà l’impatto di tale strategia rinnovatrice.
L’annuncio solleva inevitabilmente questioni di grande rilevanza sociale ed economica. I 195 lavoratori ora a rischio rappresentano famiglie che dipendono da questi posti di lavoro, oltre a essere parte integrante di un tessuto economico locale fortemente interconnesso con la produzione di carta: non è solo un’eredità culturale e produttiva quella che rischia di essere scalfita, ma un intero sistema economico locale.
sul fronte sindacale, le reazioni non si sono fatte attendere. La preoccupazione principale rimane la salvaguardia dei livelli occupazionali e il reinserimento dei lavoratori in altri settori produttivi. Le istituzioni locali e regionali sono quindi chiamate a un tavolo di negoziazione che possa mediare tra le esigenze aziendali di Fedrigoni e quelle dei lavoratori e delle loro famiglie.
Nonostante il cambiamento radicale, Fedrigoni ha tentato di trasmettere una visione ottimistica per il futuro, enfatizzando il potenziale di crescita del marchio Fabriano a livello internazionale. Tuttavia, rimane il dubbio su quanto questa crescita possa tradursi in benefici reali per la comunità attualmente impiegata nei settori ora in dismissione.
In conclusione, mentre Fedrigoni naviga verso nuovi orizzonti globali, i lavoratori di Giano, Fabriano e dintorni si trovano a confrontarsi con un futuro incerto. La storia di Fedrigoni e della produzione di carta nelle Marche è a un bivio, tra innovazione e conservazione, globalizzazione e radicamento locale. Sarà essenziale monitorare da vicino come l’azienda e i vari attori sociali gestiranno questa transizione, con la speranza che il patrimonio di conoscenze e competenze non venga dissipato nella corsa verso l’innovazione.