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Fratture nell’opposizione: Azione si distacca sulla questione Consulta

In POLITICA
Ottobre 09, 2024

L’opposizione italiana sembra recentemente vista da una doppia ottica di accordo e disaccordo. Da un lato, l’unione mostra una solidarietà su temi come la riforma del lavoro, dall’altro il dibattito sulla Corte Costituzionale innesca divergenze significative. Al centro di questa divisione sta il partito Azione, guidato da Carlo Calenda, che si è espresso in modo critico nei confronti di una certa modalità di fare opposizione, quella dell’”Aventino”, giudicata ormai obsoleta.

La vicenda inizia con una dimostrazione di compattezza tra Avs, M5s e Pd, che hanno collaborato per presentare una proposta unitaria per la riduzione dell’orario lavorativo mantenendo invariato il salario. Questo testo ora si trova in Commissione alla Camera e rappresenta un raro esempio di collaborazione trasversale. Tuttavia, le crepe iniziano a mostrarsi quando si tratta della selezione di nuovi giudici per la Corte Costituzionale.

Le tensioni sono emerse all’indomani di una manovra compatta del centrosinistra nella nomina di un giudice della Corte Costituzionale. Carlo Calenda ha marcato la propria distanza, criticando l’inerzia delle opposizioni e sollecitando un cambio di strategia: “L’opposizione la deve piantare di fare l’Aventino. Noi la finiremo, perché così non si va avanti”.

In merito alla situazione attuale della Consulta, si apre una partita che non preoccupa eccessivamente il resto delle opposizioni, pare si attenda piuttosto che il governo apra un dialogo per risolvere la questione. L’idea è raggiungere un accordo comprensivo che potrebbe garantire la necessaria maggioranza qualificata in Aula per la sostituzione tanto del giudice che ha terminato il mandato quanto di quelli in scadenza a dicembre. Lo smarcamento di Calenda, tuttavia, incute qualche preoccupazione riguardo alla coesione del fronte di opposizione.

La dinamica interna al Movimento 5 Stelle aggiunge ulteriori sfumature a questo quadro. Con l’approccio della Costituente dei Cinque Stelle, prevista per il 23 e 24 novembre, il fondatore Beppe Grillo ha pubblicato post sferzanti, affermando il bisogno di riconquistare l’autenticità e l’attivismo del Movimento. Il presidente Giuseppe Conte, invece, continua sulla strada della riforma interna cercando di bilanciare radicalismo e governabilità.

La partita politica si svolge, quindi, su più livelli, con certi membri dell’opposizione che cercano di mantenere un fronte unito, mentre altri come Carlo Calenda suggeriscono nuove strategie e approcci. Nel frattempo, il centrodestra, attraverso figure come Francesco Saverio Marini, tenta di guadagnare influenza.

Questo scenario complesso mostra quanto le dinamiche interne ad ogni partito e tra i partiti possano influire sostanzialmente sulla politica nazionale, evidenziando l’importante collegamento tra coerenza di gruppo e efficacia politica. Certamente, mentre alcuni segmenti dell’opposizione perserverano nel tradizionale stallo, altri invocano un rinnovamento nell’arte del confronto politico, cercando forse di adeguare vecchie tattiche a nuovi tempi e sfide.