Nel corso di un intervento recente a Matera, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha enfatizzato l’importanza critica del processo di rinnovamento che attende la Rai, il servizio pubblico radiotelevisivo italiano. Questa esigenza di trasformazione viene anticipata in concomitanza con gli Stati Generali del servizio pubblico, un appuntamento che promette di delineare il futuro della broadcasting italiana.
Tajani ha espressamente dichiarato che la riforma della Rai sarà attuata seguendo le vigenti disposizioni normative che governano la selezione dei vertici aziendali. Il suo messaggio è chiaro: c’è una direzione definita che si intende perseguire per garantire che la Rai non solo promuova lo sviluppo culturale e informativo interno, ma anche che funga da ponte per proiettare l’immagine dell’Italia all’estero.
Il canone RAI, una tassa pagata da milioni di italiani per finanziare il servizio pubblico, è al centro di questa visione. Contrariamente a chi auspica una sua riduzione, Tajani ha messo in luce come le risorse derivanti dal canone siano vitali per mantenere un’offerta qualitativamente alta e diversificata, capace di raggiungere gli italiani all’estero e di portare avanti una narrativa nazionale sui palcoscenici internazionali.
Importante è notare come il Ministro non veda il canone semplicemente come uno strumento di finanziamento, ma come un essenziale contributo al mantenimento della presenza globale dell’Italia tramite la rete di corrispondenti Rai nel mondo e le trasmissioni che rafforzano il legame con la madrepatria tra gli italiani residenti all’estero.
La difesa del canone da parte di Tajani viene quindi inserita in un discorso più ampio di rafforzamento e di ammodernamento, dove è evidente l’intenzione di non lasciare che il servizio pubblico si adagi su formule desuete, ma di spingerlo a un continuo aggiornamento. In questa visione, la Rai deve diventare sempre più un veicolo di conoscenza, capace non solo di informare ma anche di formare un pubblico sempre più ampio e variegato.
Il contesto attuale pone quindi la Rai di fronte a sfide significative. In un’era dominata dalla rivoluzione digitale e dall’evoluzione rapida dei media, il servizio pubblico deve trovare il modo di rimanere rilevante e influente, non solo all’interno dei confini nazionali ma anche sulla scena internazionale. La necessità di un servizio che sia sia educativo che informativo è più impellente che mai, in un mondo dove le informazioni viaggiano rapidamente e non sempre in forme accurate o costruttive.
Concludendo, il rinnovamento proposto da Tajani per la Rai non è solo una questione di aggiornamento tecnologico o di rebranding; è una questione di ruolo culturale e sociale, di capacità di mantenere e rafforzare legami con la diaspore italiane nel mondo, e di costruire ponti informativi che permettono all’Italia di mostrarsi al mondo in tutta la sua ricchezza e complessità. La strada verso il cambiamento è delineata, e il canone continua ad essere uno strumento indispensabile per percorrerla con successo.