Una scelta che rischia di causare un duro impatto sulle comunità già segnate dal dolore e dalle ferite lasciate dai terremoti del 2016 e dell’anno in corso è stata compiuta dal Governo nazionale. La cancellazione del superbonus e dello sconto in fattura, strumenti essenziali per la ricostruzione nei territori colpiti dai sismi, è stata annunciata con un decreto approvato dal Consiglio dei ministri. A prenderne le difese, la capogruppo del Partito Democratico alla Assemblea legislativa dell’Umbria, Simona Meloni, che non manca di sottolineare con fermezza l’effetto devastante che tale decisione potrebbe avere.
La Meloni mette in evidenza come la fine di questi incentivi comprometta non solo la ripresa di città come Umbertide e Perugia, colpite dal terremoto del 2023, ma immobilizzi anche i lavori di ricostruzione in aree già provate dal sisma di sette anni fa. Il supporto offerto dal superbonus rappresentava una concreta possibilità per i privati di cimentarsi nei lavori di restauro e riparazione, ora messi a rischio da questa inaspettata svolta politica.
Il timore espresso dalla capogruppo riguarda anche il timing con cui si è scelto di introdurre tale provvedimento. Alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali, la decisione assume una connotazione che sa di campagna elettorale, sfruttando un tema sensibile come quello dei disastri naturali per guadagnare consenso, a fronte dei rischi che tale scelta comporta per imprese, famiglie e lavoratori del settore.
Simona Meloni argomenta la necessità di un processo decisionale caratterizzato da una più approfondita concertazione, considerando le conseguenze che tali misure portano con sé. Una transizione graduale verso la rimozione degli incentivi avrebbe probabilmente permesso una migliore gestione della situazione, rispetto all’abrupto ritiro del superbonus.
Di fronte a questa scelta del Governo nazionale, il capogruppo PD auspica che ci possa essere una reazione decisa da parte dei governatori delle zone colpite, al fine di ribadire la necessità di misure e supporti adeguati per queste comunità. È evidente la preoccupazione che il decreto annunciato acceleri il processo di spopolamento delle aree montane e marginali, una preoccupazione che si estende ben oltre i confini politici, toccando la vita di migliaia di cittadini impegnati nella ricostruzione delle proprie esistenze e delle proprie case, simbolo della resilienza umbrana.