Giovedì 10 luglio 2025, a 25 anni dalla morte avvenuta a Salerno sono state traslate le spoglie di Fiorentino Sullo assieme a quelle della moglie Elvira, per gli amici Viretta, de Laurentis nel Santuario del Santissimo Rosario di Avellino. Non è sembrata solo una rituale cerimonia, i discorsi delle autorità presenti e la partecipazione degli intervenuti hanno confermato quanto sia ancora radicato e pregnante ciò che Sullo ha rappresentato non solo per la storia del partito democristiano ma per la costruzione della Repubblica italiana. In occasione della ricorrenza dei cento anni dalla nascita il 29 marzo 2021 un quotidiano aveva ricordato l’avvenimento con un titolo “Il democristiano meno democristiano di tutti“. L’estensore non era stato sicuramente democristiano altrimenti non sarebbe caduto in un errore storico e politico: Fiorentino Sullo è stato, invece, tra i maggiori democristiani per idee e azioni. Sullo si era formato negli studi anche grazie all’amicizia con Guido Dorso, l’autore di “La rivoluzione meridionale” e alle profonde convinzioni di un ambiente antifascista. Nel 1946 a 25 anni fu eletto deputato all’Assemblea Costituente, risultando il più giovane deputato. Aderì nel partito democristiano alla corrente di Giuseppe Dossetti, che successivamente lasciò la politica per diventare sacerdote, e nel 1956 si schierò con la nascente Sinistra di Base organizzata da Alberto Marcora, una corrente D.C. particolarmente rappresentativa nell’avellinese dove poteva contare su politici quali Ciriaco DeMita, Gerardo Bianco, Giuseppe Gargani, Nicola Mancino e che li trovò alleati proprio contro Sullo nel 1964 mettendolo in minoranza al congresso del partito. Le alterne vicende all’interno della Democrazia Cristiana non gli impedirono di svolgere un’importante carriera nelle Istituzioni perché era portatore di idee e fautore di scelte di gran lunga avveniristiche rispetto al panorama politico complessivo dell’epoca. Sullo rappresentava un’Irpinia che era tra le aree più arretrate d’Italia nel 1940 con un tasso di analfabetismo del 40 per cento, con la popolazione che in prevalenza praticava l’agricoltura ancora ferma ai metodi vetusti di centinaia di anni. Ecco cosa afferma Federico Biondi comunista avellinese di Fiorentino Sullo : Era un giovane molto preparato culturalmente e politicamente, di intelligenza superiore e cristallina onestà, sicuramente antifascista, decisamente orientato in senso democratico e repubblicano. Nel 1960 riceve il primo incarico da ministro, in uno dei governi più controversi della storia d’Italia, il governo era presieduto da Fernando Tambroni. Fu ministro dei trasporti per pochi giorni dimettendosi dall’incarico ministeriale allorché il governo ottenne la fiducia in Parlamento grazie all’appoggio del partito neofascista del Movimento Sociale. Le dimissioni non sono state usate come diffusa pratica in quella che suole essere indicata come Prima Repubblica e quindi è facile capire il pensiero del personaggio Sullo che alla prima volta da ministro preferisce le dimissioni per incompatibilità politica in un’alleanza con il partito fascista. Nel 1962 Sullo divenne ministro dei Lavori Pubblici nel governo presieduto da Amintore Fanfani. Fu l’artefice della variazione del progetto dell’autostrada che collega il Tirreno con l’Adriatico con l’inserimento di un tratto che prevedeva un’uscita ad Avellino, finalmente collegando quest’area al tessuto nazionale più produttivo e contribuendo così a far diminuire la marginalità dell’area avellinese. Ma è soprattutto da ricordare la riforma urbanistica. Nel dopoguerra con lo spostamento di popolazioni dalle campagne alle città era cresciuta a dismisura l’esigenza di abitazioni nei centri urbani con consistente aumento speculativo dei prezzi delle aree agricole da trasformare in fabbricabili con l’arricchimento dei grandi proprietari terrieri. Sullo predispose un progetto di legge che prevedeva un nuovo piano urbanistico con l’individuazione di aree edificabili che sarebbero state espropriate dai Comuni a prezzo di solo terreno agricolo. Sarebbero stati i Comuni dopo gli espropri a provvedere alle costruzioni delle abitazioni. Si ribellò la parte più conservatriice dell’opinione pubblica ritenendo la riforma un attentato alla proprietà privata e cominciarono gli attacchi anche personali contro il Ministro che culminarono in una campagna denigratoria nella quale furono evocate le più o meno presunte inclinazioni relative alla sfera privata del ministro, portate avanti con spregiudicatezza dal settimanale di estrema destra il Borghese. Sullo finisce ai margini del potere politico e solo dopo cinque anni nel 1968 torna ad un incarico ministeriale, quello dell’istruzione. Pochi mesi di lavoro ma di riforme significative con l’istituzione tra l’altro del diritto di assemblea e l’introduzione dell’ascolto attento dei giovani che proprio in quell’anno monopolizzano le manifestazioni non solo in Italia ma in tutto il mondo. Sullo fu più che attento alle istanze giovanili e i movimenti trovarono in lui un interlocutore fattivo e disponibile, animato dallo stesso spirito di libertà e di giustizia.Ciriaco De Mita non gradiva la presenza di un ingombrante competitore per di più sulla stessa area di influenza e cerco’ di mettere in minoranza Sullo che finisce col dimettersi. Fu ministro altre due volte ma senza portafoglio, abbandonò il partito ma vi fece ritorno e rimase deputato fino al 1987.Considerando la storia di Fiorentino Sullo appare evidente che incarna il modo di essere di tanti democristiani che hanno fatto dell’antifascismo e delle battaglie per la maggiore giustizia sociale la bandiera della propria vita, nel rispetto degli avversari, non considerati nemici, e sempre pronti a cogliere le occasioni di confronto per giungere a decisioni quanto più possibile condivise e pacifiche. Quei democristiani che non approvarono la deriva D.C. quando le correnti diventarono centri di potere e finirono per confondere gli interessi della collettività con devianze personalistiche. La D.C. ha pagato i propri errori, anche oltre misura, ma era una D.C. lontana da ciò che avrebbe dovuto rappresentare, laddove figure importanti come Fiorentino Sullo hanno certificato e rappresentato il volto vero di un partito radicato nei territori e consapevole di un ruolo storico impegnato a portare l’Italia fuori dal ghetto imposto dal fascismo e nel tentativo di costruire una società giusta e pacifica. A Sullo e ai suoi ideali si sono aggregati milioni di italiani che non possono non rivendicare con orgoglio un’appartenenza al medesimo disegno politico che continua ad essere attuale ed auspicabile pur nel rispetto degli avvenimenti accaduti e di una visione realistica della società attuale.
di Domenico Salerno

