L’ultimo collocamento di azioni di Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha sorpreso gli ambienti finanziari, consolidando un tassello fondamentale per la costituzione del terzo polo bancario italiano. Con la dismissione di 88,2 milioni di azioni, pari a circa il 7% del capitale, seguita da un’espansione fino al 15% a fronte di una domanda più che doppia rispetto all’offerta iniziale, il MEF ha innescato dinamiche significative nel tessuto bancario nazionale.
Il processo di privatizzazione parziale di Mps ha permesso al MEF di incassare 1,1 miliardi di euro, valorizzando così le azioni a un premio del 5% sull’ultima chiusura di mercato. La transazione risulta ancor più notevole considerando che il totale delle cessioni di quota da parte del MEF ha ormai raggiunto i 2,7 miliardi di euro. Nonostante ciò, rimane in portafoglio MEF un residuo dell’11,7%, stimato in borsa a circa 800 milioni di euro.
La maggior sorpresa è derivata dall’acquisizione di una quota significativa di Mps da parte di Banco Bpm e Anima Holding, delineando nuove strategie di mercato. Banco Bpm, sotto la guida del suo CEO Giuseppe Castagna, ha acquisito il 5% delle azioni per un totale di 530 milioni di euro. Anima Holding, già detentore dell’1% del capitale di Mps, ha esteso la sua partecipazione al 3%, investendo ulteriori 219 milioni di euro. Queste mosse hanno elevato la partecipazione complessiva del duo al 9% del capitale di Mps, posizionandoli come secondi azionisti subito dopo il Tesoro.
In aggiunta, l’investitore Francesco Gaetano Caltagirone ha acquisito il 3,5% del Monte, consolidando il legame tra le parti interessate. Questa serie di acquisti è stata interpretata come una mossa strategica in linea con l’offerta pubblica di acquisizione (OPA) di Banco su Anima, puntando a rafforzare ulteriormente le sinergie tra il banco e la società di gestione del risparmio.
La decisione di Banco Bpm di integrare Mps nel suo percorso di crescita e consolidamento è stata chiaramente comunicata dalla direzione, che ha descritto l’operazione come parte di una strategia più ampia mirata al rafforzamento delle proprie “fabbriche prodotto”. Secondo le dichiarazioni, Mps rappresenta un partner strategico essenziale per il futuro sviluppo di Anima e delle società controllate, rinforzando la posizione di Mps come principale distributore dei prodotti Anima.
Dall’altro lato, Anima, per voce del suo amministratore delegato, Alessandro Melzi d’Eril, ha sottolineato l’importanza di rafforzare i legami strategici con partner chiave come Mps, con cui ha costruito relazioni di collaborazione fruttuosa negli ultimi quindici anni.
La strategia di dismissione adottata dal MEF non soltanto segue gli impegni presi con l’Europa per la privatizzazione della banca, ma consente anche di recuperare e reinvestire capitali in iniziative di finanza pubblica, in un momento in cui le azioni di Mps mostrano una performance eccellente in borsa, alimentate da risultati trimestrali ottimisti.
Queste dinamiche sottolineano l’importanza del settore bancario come motore non solo economico ma anche strategico per le prospettive di crescita del sistema finanziario italiano, introducendo nuovi scenari e potenziali per il mercato del credito nazionale, con importanti riflessi sul panorama bancario europeo.