Nel panorama industriale italiano, la situazione di Stellantis non smette di suscitare dibattiti e confronti critici. Recentemente, in un’intervista televisiva sulla rete La7, Carlo Calenda, segretario del partito Azione, ha espresso forte disappunto per il mantenimento della strategia aziendale da parte di Stellantis, nonostante le evidenti difficoltà operative manifestate sotto la guida dell’ex amministratore delegato Carlos Tavares.
Con un tono decisamente critico, Calenda ha sottolineato che non si registrano cambiamenti significativi nella gestione aziendale. L’azienda sembra persistere su una linea che ha visto la produzione di veicoli scendere drasticamente, al di sotto delle 500.000 unità – circa la metà delle cifre che si raggiungevano nell’epoca di Sergio Marchionne, periodo di notevole prosperità per la Fiat.
Le aspettative mancate, ad avviso di Calenda, si legano non solo alla questione quantitativa della produzione ma anche agli impegni presi verso il governo e i lavoratori. La promessa era quella di garantire una produzione di un milione di auto, promessa che è stata disattesa, palesando una gestione delle risorse e delle strategie non all’altezza delle aspettative.
Questa situazione ha spinto Calenda a invocare un gesto di trasparenza e responsabilità da parte della dirigenza superiore di Stellantis, chiedendo esplicitamente che John Elkann, figura di spicco dell’industria automobilistica italiana, compaia di fronte al Parlamento per discutere e chiarire le politiche aziendali attuali. Questa mossa è vista non solo come una richiesta di chiarimento, ma come un imperativo per onorare gli operai e tutti i soggetti economici che hanno sostenuto l’azienda, soprattutto durante i periodi critici della pandemia.
La strategia di Stellantis, specialmente in riferimento al mercato americano, è stata altresì messa in discussione. Calenda ha evidenziato come l’accumulo di stock invenduto sia indicativo di scelte strategiche errate, con conseguenze dirette non solo per l’azienda ma per l’intero settore industriale italiano.
L’appello di Calenda non si limita a un’accusa verso la gestione attuale di Stellantis; è un invito a tutte le forze politiche, sia di opposizione sia di maggioranza, a sostenere una richiesta collettiva di responsabilità e chiarimento. Questo richiamo all’unità trasversale dimostra la profondità della questione, che tocca i nervi di un settore fondamentale per l’economia nazionale e per l’identità lavorativa italiana.
La risposta di Stellantis e il seguito di questa vicenda saranno di cruciale importanza, non solo per il futuro dell’azienda ma per l’intera industria automobilistica italiana. La chiarificazione in Parlamento potrebbe segnare una svolta, imponendo forse nuove direttive per una strategia più attenta e rispettosa delle sue risorse umane e del suo impatto economico.