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In Germania continuano i negoziati di pace tra Armenia e Azerbaigian per la convivenza nel Nagorno-Karabakh.

In ATTUALITA'
Marzo 12, 2024
Dopo una guerra nel 2020 e una nuova operazione militare nel 2023, l'Azerbaigian ha ripreso il controllo del Nagorno-Karabakh e delle aree limitrofe.

Il 28 febbraio 2024 l’Armenia e l’Azerbaigian hanno avviato a Berlino colloqui di pace per porre fine al lungo conflitto sulla regione del Nagorno-Karabakh. Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha ricevuto i due ministri degli Esteri, Ararat Mirsojan e Ceyhun Bayramov, nella foresteria del Ministero degli Esteri federale. I negoziati si svolgeranno con la mediazione della Germania e del Consiglio europeo.

Il Nagorno-Karabakh è una regione nel sud-est del Caucaso minore contesa tra Armenia e Azerbaigian. Fino al settembre 2023, la regione era abitata da una maggioranza di armeni, che avevano dichiarato la loro indipendenza nel 1991, senza però essere riconosciuti a livello internazionale. Dopo una guerra nel 2020 e una nuova operazione militare nel 2023, l’Azerbaigian ha ripreso il controllo del Nagorno-Karabakh e delle aree limitrofe. La maggior parte degli abitanti armeni è fuggita in Armenia. La guerra per il Nagorno-Karabakh ha una storia lunga e complessa che coinvolge diversi fattori a iniziare dalle questioni etniche e religiose. La regione del Nagorno-Karabakh è stata abitata per secoli dagli armeni, che sono cristiani, ma si trova all’interno dei confini dell’Azerbaigian, che è musulmano. I due popoli hanno una lunga storia di inimicizia e violenza, tra cui il genocidio degli armeni da parte dei turchi ottomani nel 1915/1916 con 1,2 milioni di morti e centinaia di migliaia di sfollati e i pogrom anti-armeni in Azerbaigian nel 1918 e 1920 con un numero imprecisato di morti che varia tra i 50 e i 100 mila.

Altre questioni riguardano le rivendicazioni politiche e territoriali. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, la Repubblica del Nagorno-Karabakh, dominata dagli armeni, si è dichiarata indipendente dall’Azerbaigian, che rivendicava la sovranità sulla regione. Questo ha portato a una guerra tra il 1992 e il 1994, che ha causato la morte di oltre 30 mila tra civili e militari e si è conclusa con un cessate il fuoco ma non ha mai portato a un trattato di pace. La Repubblica del Nagorno-Karabakh non è stata riconosciuta a livello internazionale ed è rimasta di fatto dipendente dall’Armenia.

Altro aspetto critico proviene dalle influenze regionali e internazionali. Il conflitto per il Nagorno-Karabakh è influenzato anche dagli interessi geopolitici e dalle ambizioni dei Paesi vicini e delle grandi potenze. La Turchia, che è uno stretto alleato dell’Azerbaigian, ha sostenuto la sua offensiva militare nel 2020 con armi, droni e mercenari. La Russia, tradizionale protettrice dell’Armenia, ha mediato un cessate il fuoco nel novembre 2020 che ha dato all’Azerbaigian il controllo di ampie zone del Nagorno-Karabakh e ha dispiegato forze di pace russe nella regione. Anche altri Paesi, come Francia, Stati Uniti, Iran e Israele, sono interessati al conflitto, che influisce sulla stabilità e sulla sicurezza della regione caucasica.

La speranza è che questi colloqui portino a una soluzione di pace duratura per le popolazioni interessate.

di Fabrizio Camastra