
Nel continuo dibattito sulla gestione della sanità in Italia, uno degli argomenti più pressanti è la lotta contro le prolungate liste d’attesa negli ospedali e centri di cura, un problema accentuato dalla pandemia e dalle crescenti esigenze di una popolazione in invecchiamento. Recentemente, Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, ha sollevato questioni rilevanti riguardo alla proposta del governo centrale per migliorare la situazione, esprimendo preoccupazioni significative sulle implicazioni che potrebbero derivare dalla mancanza di competenze e autonomia regionali.
Il decreto governativo in esame prevede un intensificarsi dei controlli attraverso un approccio centralizzato che, secondo Fedriga, può portare a confusione e inefficienze. L’articolo 2 del decreto, in particolare, propone un sistema di verifica e controllo delle prestazioni sanitarie che, nella visione di Fedriga, si configura come un intralcio alla gestione autonoma delle regioni. Tale normativa prefigura un ruolo per il ministero non solo di supervisione ma anche di intervento diretto nelle strutture sanitarie, un elemento che il presidente della Conferenza delle Regioni considera un’accanita forzatura delle competenze statali a scapito di quelle regionali.
La proposta di Fedriga, intesa come un tentativo di compromesso, suggerisce l’istituzione di “nuclei di controllo e valutazione” a livello regionale. Questi organismi avrebbero il compito di monitorare e assicurare la qualità e l’efficienza dei servizi sanitari, operando sotto il vigilante occhio del governo centrale in termini di raggiungimento di obiettivi predefiniti. Questa soluzione mira a mantenere un equilibrio tra autonomia regionale e necessità di standard nazionali, permettendo un approccio più snello e concentrato sulle specifiche esigenze territoriali.
Tuttavia, nonostante l’appello alla “lealtà collaborativa” lanciato da Fedriga, al momento attuale non si è ancora arrivati a una risposta concreta che soddisfi le richieste delle regioni, situazione che evidenzia una frattura nel dialogo tra i governi regionali e quello centrale. Il presidente del Friuli Venezia Giulia ha inoltre sottolineato una crescente problematica correlata alle prescrizioni, che vede un aumento inconsulti e spesso inappropriato, indicando un altro fronte sul quale è necessario lavorare intensamente per ottimizzare la gestione della salute pubblica.
La discussione su queste tematiche è cruciale non solo per la qualità del servizio sanitario ma anche per l’integrità del sistema federale italiano, che si basa sul delicato equilibrio tra centralizzazione e decentramento delle competenze. Mentre si attende una risposta definitiva e più dettagliata da parte del governo, resta evidente la necessità di un dialogo costruttivo che rafforzi la collaborazione fra le varie entità amministrative del Paese, orientato sempre verso l’obiettivo primario: la salute dei cittadini. Nel frattempo, il civil discorso di Fedriga apre una finestra sulla complessità e sui dilemmi interni al nostro sistema sanitario, richiamando l’attenzione sulle sfide che devono essere affrontate con una visione ampiamente consensuale e profondamente attenta alle realtà locali.