Il 18 ottobre sarà una data significativa per il gruppo Stellantis, marcata da una totale cessazione delle attività. Questa decisione è stata presa da FlmUniti, la branca sindacale di Cub, che ha esteso la sua protesta a tutto il settore auto nazionale. La nuova giornata di sciopero segue le recenti mobilitazioni organizzate da altri importanti sindacati, tra cui Fim, Fiom e Uilm, evidenziando una crescente tensione nel settore.
Marcelo Amendola, segretario generale della Cub, ha evidenziato che lo sciopero sarà preceduto dall’elaborazione di un dettagliato rapporto analitico riguardante i dati economici e produttivi del gruppo Stellantis, nonché delle sue precedenti entità, Fiat e FCA. L’obiettivo di questi studi sarà quello di formulare una critica informata e costruttiva sulla strategia aziendale, che secondo il sindacato ha prioritizzato la finanziarizzazione a discapito della produzione vera e propria.
Il sindacato di base ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alle decisioni strategiche prese dai vertici aziendali nel corso degli anni. In particolare, si critica l’approccio di Sergio Marchionne, ex amministratore delegato, focalizzato più sulla finanza che sulla sostanza produttiva del gruppo, e si teme che Carlos Tavares, attuale CEO, possa proseguire in questa direzione nonostante le sue dichiarazioni contrarie. La richiesta principale della FlmUniti-Cub è quella di un robusto intervento statale in Stellantis, propugnando una politica industriale che garantisca lo sviluppo sostenibile dell’azienda, la sua produzione e la stabilità occupazionale.
L’analisi non si ferma alla critica dell’attuale gestione, ma si estende alla necessità di una visione più ampia e integrata che possa sostenere l’intero settore dell’auto. Amendola ha chiarito che la questione di fondo non risiede solo nella transizione verso motori elettrici o nella continuità dei motori termici, ma nella tutela e nel controllo dell’intera catena produttiva che sta dietro entrambe le tecnologie. L’innovazione del prodotto e l’adeguamento tecnologico sono visti come fattori critici per il mantenimento della competitività internazionale dei produttori europei.
È evidente, quindi, che lo sciopero del 18 ottobre va oltre una semplice rivendicazione sindacale o una dimostrazione di malcontento. È una chiamata all’azione per una politica industriale più coerente e lungimirante, capace di integrare gli interessi dei lavoratori, delle aziende e dell’economia nazionale in un contesto globale crescentemente competitivo.
Questa giornata di sciopero sarà quindi determinante non solo per Stellantis e i suoi dipendenti, ma per l’intera filiera industriale dell’auto, sottolineando l’urgente necessità di riforme strutturali che possano rilanciare un settore fondamentale per l’economia italiana ed europea. La risposta delle aziende e delle istituzioni a queste sollevazioni potrà definire i contorni futuri dello sviluppo industriale e tecnologico del paese.