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L’autonomia differenziata in Sardegna: Tra referendum e controversie politiche

In POLITICA
Luglio 15, 2024

Il Consiglio regionale della Sardegna si prepara ad affrontare una giornata cruciale mercoledì 17, con l’esame di tre mozioni fondamentali che potrebbero ridefinire la gestione dell’autonomia regionale. La presidentessa del Consiglio sardo, Alessandra Todde, supportata da una coalizione ampia, ha messo in agenda delle mozioni che sollevano questioni sostanziali riguardo l’autonomia differenziata, un argomento che persiste nell’agenda politica nazionale sin dalla sua introduzione.

L’iniziativa più significativa riguarda la proposta di un referendum per abrogare la legge numero 86 del 26 giugno 2024, legge che regolamenta l’attuazione dell’autonomia differenziata per le regioni a statuto ordinario. Il quesito proposto è esplicito: “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugano 2024, numero 86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articol 116, terzo comma, della Costituzione’?” Un quesito che segue le scie dei referendum analoghi in Emilia-Romagna e in Campania, offrendo un’alternativa alla raccolta di 500 mila firme richieste per avviare simili processi deliberativi.

Il dibattito saranno impreziosito dalla discussione su due mozioni presentate dalla maggioranza: la mozione numero 8, che propone l’abrogazione totale della legge, e la mozione numero 7, che suggerisce un’abolizione parziale. Roberto Deriu, capogruppo del Partito Democratico e primo firmatario delle mozioni, ha ottenuto l’adesione dei presidenti dei vari gruppi e dei consiglieri del campo largo, delineando un fronte comune nel suo schieramento.

Ciò nonostante, le proposte non hanno trovato un terreno comune con l’opposizione, nonostante gli appelli del presidente dell’Assemblea Piero Comandini, anch’egli esponente del Partito Democratico, che ha esortato i colleghi di minoranza a supportare i documenti. In risposta, i Riformatori sardi, guidati dal capogruppo Umberto Ticca, hanno presentato una mozione alternativa che evidenzia la necessità di superare gli svantaggi derivanti dall’insularità, alla luce della nuova legge sull’autonomia differenziata. Secondo Ticca, la piena realizzazione dell’autonomia regionale dovrebbe essere un elemento di rafforzamento della coesione nazionale, garantendo la parità di opportunità e di accesso ai servizi per tutti i cittadini.

In parallelo alle questioni legislative, si prevede un incontro tra la governatrice Todde e il ministro per gli Affari regionali e coesione, Raffaele Fitto. Questo dialogo, previsto nel pomeriggio, non si focalizzerà direttamente sull’autonomia differenziata, ma tratterà temi altrettanto rilevanti come i tagli di governo ai comuni, la programmazione del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) e la gestione dei fondi europei.

Infine, la Sardegna, insieme a Puglia e Campania, ancora non ha concluso un accordo con il governo per la destinazione delle risorse economiche, lasciando in sospeso dettagli cruciali per il futuro amministrativo e finanziario della regione.

Questa complessa tessitura di eventi pone la Sardegna al centro di un dibattito ampio sulla gestione dell’autonomia, riflettendo le tensioni e le dinamiche che attraversano l’intero panorama politico italiano. Le scelte che saranno fatte nelle prossime settimane potrebbero avere un impatto significativo non solo sulla regione, ma sull’intero assetto federativo e democratico del paese.

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Redazione