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L’Imminente Rinnovazione Industriale di Trieste: il Caso Wartsila Italia

In ECONOMIA
Giugno 04, 2024

Nei dinamici corridoi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma, si è recentemente tenuto un incontro cruciale per discutere il futuro dello stabilimento Wärtsilä situato a Bagnoli della Rosandra, nell’area di crisi industriale complessa di Trieste. Gli assessori del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen e Sergio E.Bini, insieme a rappresentanti di importanti entità come Msc, Confindustria, e sindacati, hanno delineato il percorso verso una importante trasformazione industriale.

La discussione ha posto le basi per l’attuazione del piano di reindustrializzazione con l’obiettivo primario di rilanciare l’area in una chiave più sostenibile e innovativa. Fondamentale, in questo contesto, è la richiesta urgente rivolta a Wärtsilä Italia di presentare al più presto un piano industriale aggiornato che dovrà prevedere dettagli chiave come il numero di lavoratori coinvolti e la tempistica di assorbimento da parte di Msc.

La Regione Friuli Venezia Giulia ha mostrato impegno nell’arricchire il testo dell’Accordo di programma per la reindustrializzazione, inserendo elementi decisivi come la formazione mirata e le strategie per sostenere l’indotto. L’aggiornamento del piano è stato delineato con la partecipazione di entità regionali e locali, in un sforzo per espandere l’accordo a tutta l’area industriale di Trieste, non limitandosi solo al sito di Wärtsilä.

Il piano rivisitato, esaminato e raffinato con la collaborazione dell’Autorità portuale e di altre istituzioni regionali, ha adottato un approccio che Bini descrive come “geografico”, sottolineando l’importanza di una visione olistica e integrata per l’intera zona industriale. Tra gli obiettivi principali vengono identificati la decarbonizzazione dei trasporti, la transizione verso processi produttivi più verdi e l’efficientamento energetico.

Questa iniziativa si configura come un cambio paradigmatico per l’area di Trieste, orientando gli sforzi non solo verso la conservazione dei livelli occupazionali, ma anche verso una più intensa focalizzazione sulle tecnologie pulite e sull’efficienza energetica. Si tratta di un sentiero che si spera possa servire da modello per altre realtà industriali italiane e internazionali nel contesto di un’economia globale sempre più orientata verso la sostenibilità.

In conclusione, il rilancio dell’area industriale di Trieste con un forte enfasi sulla sostenibilità ambientale rappresenta un’opportunità non solo per il rinnovamento economico, ma anche per posizionare l’Italia all’avanguardia nelle strategie di transizione industriale e green economy. La stretta collaborazione tra enti pubblici e private, la condivisione di obiettivi sostenibili e il supporto continuo alla formazione e all’innovazione saranno elementi determinanti per il successo di questo ambizioso progetto.

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Redazione