Pechino, marzo 2023 – Per la prima volta dopo quattro mesi contrassegnati da una serie di dati in declino, l’economia cinese mostra segnali di risveglio inflazionistico. A sorpresa degli analisti, che avevano previsto un aumento più contenuto, l’indice dei prezzi al consumo è salito a febbraio dell’0,7% su base annua, invertendo la tendenza negativa di gennaio dove era stata registrata una flessione dello 0,8%.
Questo incremento contrasta con il periodo di contrazione continua che aveva caratterizzato il paese da ottobre 2009, mettendo in evidenza una ripresa dei consumi interni. Tale fenomeno rappresenta una novità importante per la seconda economia mondiale, che si è trovata a fronteggiare una serie di sfide economiche aggravate dalla pandemia globale di COVID-19 e dai conflitti commerciali internazionali.
Su base mensile, la crescita dei prezzi al consumo è stata dello 0,1%, segnando il terzo incremento consecutivo e assestandosi al livello più alto registrato da gennaio 2021. Questo trend suggerisce una potenziale stabilizzazione del potere di acquisto dei cittadini cinesi e una maggiore fiducia nelle prospettive economiche future.
Nonostante i segni positivi nel comparto dei consumi, il quadro resta complesso se si osservano i dati relativi ai prezzi alla produzione, che forniscono un’indicazione dello stato di salute del settore industriale. Infatti, questi ultimi hanno continuato a evidenziare un calo significativo, con una diminuzione del 2,7% su base annua, che non solo peggiora le attese fissate al 2,5%, ma prosegue una serie negativa lunga ben 17 mesi. Si tratta di un elemento di preoccupazione per le autorità, che potrebbe riflettere sia sfide strutturali interne sia l’effetto di dinamiche commerciali a livello globale.
La divergenza tra i prezzi al consumo e i prezzi alla produzione solleva interrogativi sulla salute complessiva dell’economia cinese, con implicazioni che potrebbero avere ricadute anche sui suoi partner commerciali e sui mercati globali. Le autorità cinesi sono quindi chiamate a monitorare attentamente queste dinamiche per attuare politiche economiche capaci sia di stimolare l’attività industriale che di mantenere l’inflazione entro margini controllati, senza minacciare la progressiva ripresa post-pandemica.
In conclusione, mentre gli occhi degli osservatori internazionali restano fissi sul gigante asiatico, l’aumento dell’inflazione a febbraio potrebbe segnalare l’inizio di una fase economica diversa per la Cina, dove il consumo interno diviene trainante per la crescita, a patto che l’industria trovi strade per recuperare e consolidare il proprio ruolo chiave nell’economia nazionale e internazionale.