La scena politica internazionale si è recentemente concentrata a Verona, dove si è tenuto il G7 dei Parlamenti, un evento di rilevanza globale durante il quale il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha inaugurato i lavori con un discorso incisivo e appassionato. Il vertice, che ha visto la partecipazione di illustri parlamentari da diverse nazioni, è stato il palcoscenico per un appello forte verso una cooperazione internazionale più stretta e efficace.
In un’era caratterizzata da sfide transnazionali crescenti — dalla crescita economica alle migrazioni, fino alle complessità introdotte dall’intelligenza artificiale e dalla sicurezza cibernetica — Mattarella ha evidenziato l’imperativo che nessun Paese può affrontare queste questioni in solitudine. Le soluzioni richieste, come ha sottolineato, devono emergere da un processo di legittimazione democratica profonda, richiedendo un’ampia condivisone e comprensione da parte dei cittadini a livello globale.
La giornata clou del summit ha riservato attenzioni particolari alle dichiarazioni della Premier Giorgia Meloni e della Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, le quali hanno rafforzato il messaggio di unità e responsabilità condivisa. Tuttavia, è stato il discorso di Mattarella a delineare con precisione il ruolo cruciale che i parlamenti devono svolgere come custodi e propulsori dei valori di democrazia, libertà e pace.
Citando l’ex Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, Mattarella ha ricordato che la democrazia è un “lavoro quotidiano”, e che nessuno è più consapevole di questo di coloro che operano all’interno dei parlamenti. Al contempo, il Presidente italiano ha lanciato un’accorata difesa dell’ordine internazionale, basato su diritto, dialogo e pace, attualmente minacciato da conflitti come l’aggressione russa all’Ucraina. L’intervento di Mattarella ha trovato una sponda concreta nella figura di Ruslan Stefanchuk, presidente della Verkhovna Rada ucraina, presente come osservatore.
Al di là della solidarietà espressa nei confronti dell’Ucraina, il G7 dei Parlamenti ha ampliato il suo orizzonte verso altre criticità globali. Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati italiana, ha messo in evidenza l’importanza di condannare il terrorismo e lavorare per la pace in Medio Oriente, tutelare la libertà di navigazione nel Mar Rosso, e sostenere lo sviluppo e l’autonomia dell’Africa. Fontana ha inoltre acceso un riflettore sulle persecuzioni dei cristiani nel mondo, sottolineando l’urgenza di un maggiore impegno internazionale.
In effetti, il summit di Verona ha rappresentato un momento di riflessione sulla capacità dei Parlamenti di influenzare la politica globale, rivitalizzando la loro essenza come pilastri della vita democratica e voce delle aspirazioni popolari. I temi trattati e le dichiarazioni emerse hanno sottolineato una comunanza di valori che rimane fondamentale per rimanere saldi e uniti in un mondo in rapido cambiamento.
Con tutte queste considerazioni, il G7 dei Parlamenti a Verona si è confermato non solo come un evento di coordinamento politico, ma come un simbolo dell’impegno continuo delle nazioni più influenti a proteggere e promuovere gli ideali di libertà e pace, in un clima di cooperazione e rispetto reciproco. La sfida che rimane è garantire che queste nobili aspirazioni si traducano in azioni concrete e sostenibili, in grado di superare le divisioni e costruire un futuro più sicuro per tutti. Nel mondo di oggi, così densamente interconnesso, la responsabilità di ogni parlamentare e la potenza del dialogo democratico non possono essere sottovalutati.