
La giornata di trattazioni a Piazza Affari si rivela una montagna russa per gli investitori, con l’indice di punta Ftse Mib che registra una contrazione dello 0,21%, attestandosi a 34.606 punti. Questa flessione sembra riflettere un clima di incertezza pervasivo, agitato ulteriormente da un calo pronunciato nei prezzi del greggio, che si abbassa drasticamente a seguito delle tensioni geopolitiche ammorbiditesi inaspettatamente.
Il mercato del debito pubblico italiano mostra segnali ambivalenti; il differenziale Btp-Bund si posiziona a 125,5 punti, con il rendimento dei titoli decennali italiani che scende di 5,2 punti percentuali, assestandosi al 3,49%. È chiaro che sta emergendo una discrepanza tra l’ottimismo cautamente conservato dagli investitori in obbligazioni italiane e il sentimento più nervoso che percorre il mercato azionario.
L’attenzione si concentra in modo significativo su giganti energetici come Eni e Saipem, che hanno visto le loro quotazioni diminuire rispettivamente del 2,7% e del 2,49%. Questo declino non sorprende, dato il forte legame delle loro attività con i prezzi del petrolio, che hanno subito una flessione del 4,11% per il Brent e del 4,23% per il WTI, scivolando rispettivamente a 74,28 e 70,71 dollari al barile. Questa brusca revisione alla ribasso è stata influenzata dalla notizia che Israele ha evitato un attacco contro gli impianti iraniani, mitigando temporaneamente alcune delle tensioni che recentemente avevano spinto al rialzo i prezzi dell’oro nero.
Allo stesso tempo, il panorama bancario mostra elementi di contrazione e sviluppo. L’andamento in calo di Banca Mps, che perde il 1,62%, e quello dei titoli di Bper, Intesa, e Banca Popolare di Sondrio che subiscono lievi decrementi, è bilanciato da una spinta positiva per Banco Bpm, che cresce dello 0,93% grazie alla nuova valutazione positiva da parte di Deutsche Bank.
In una prospettiva più luminosa, spiccano le prestazioni positive di aziende nel settore energetico e delle utility. A2a avanza dell’1,35%, seguita da Tim con il 1,2% e Terna con lo 0,9%. Enel, Campari, e Italgas mostrano pure giuochi di crescita, anche se più moderati. Nel settore automobilistico, Ferrari mantiene un modesto guadagno, ma Stellantis e Iveco registrano cali subdoli.
L’aspetto più volatile del mercato si evidenzia nel comportamento di alcune aziende a minore capitalizzazione come Bioera e Digital Value. Bioera registra una crescita impressionante del 4,22%, mentre Digital Value sperimenta una brusca discesa, perdendo il 10,46% del suo valore in una sola giornata.
In sintesi, mentre le incertezze globali e lo sviluppo della situazione energetica mondiale pesano su alcuni titoli di grande peso, altri settori e aziende dimostrano resilienza e addirittura potenziale di crescita, delineando un panorama di Piazza Affari che, sebbene turbolento, non smette di offrire spunti e opportunità di riflessione agli osservatori e agli investitori attenti.