332 views 3 mins 0 comments

Monte dei Paschi di Siena: un bilancio ancora in rosso per i contribuenti italiani

In ECONOMIA
Gennaio 26, 2025

La Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps), simbolo storico del credito italiano, continua a rappresentare una sfida economica considerevole per i contribuenti nazionali. Da quando, nell’estate del 2017, lo Stato è intervenuto per sostenere l’istituto con una massiccia iniezione di fondi, la somma totale dell’aiuto esteso si aggira ancora su una perdita di oltre 4 miliardi di euro.

Con un’operazione inaugurale che ha comportato un esborso di 5,4 miliardi di euro, di cui 3,9 miliardi destinati all’ampliamento del capitale della banca e 1,5 miliardi al ristoro degli investitori individuali tramite il meccanismo del burden sharing, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) si è ritrovato a detenere il 68% della banca senese. Questo movimento aveva lo scopo di stabilizzare le fondamenta finanziarie dell’istituto, ma la strada verso un effettivo recupero economico si è dimostrata tortuosa.

Successivamente, nel quadro dell’operazione denominata ‘Hydra’, Mps ha ceduto 8 miliardi di euro di crediti deteriorati ad Amco, una società controllata dal Mef, operazione che si è svolta a valori di mercato. Nonostante questi sforzi, il percorso verso una stabilità duratura è stato interrotto da sfide e ostacoli significativi. Uno dei momenti più critici si è verificato nel 2021, quando, a seguito delle osservazioni critiche dell’Eba, l’Autorità bancaria europea, sono fallite le trattative per una potenziale fusione con Unicredit. Questo ha reso necessario un ulteriore rafforzamento del capitale di Mps, con un aumento da 2,5 miliardi di euro sottoscritto in parte dallo Stato con un ulteriore dispendio di 1,6 miliardi.

Nel corso del 2023 e del 2024, una progressiva alienazione delle quote statali ha visto il Mef ridurre la sua partecipazione al 11,2%, ricavando dalla vendita delle azioni una somma complessiva di 2,7 miliardi di euro. In aggiunta, nel maggio della stessa finestra temporale, il Tesoro ha potuto infine riscuotere i dividendi, pari a 88,9 milioni di euro, che Mps ha distribuito per la prima volta dopo un’interruzione di 13 anni.

Nonostante questi recuperi parziali, l’impatto complessivo dell’intervento statale rimane un significativo passivo. Le fasi di salvataggio e le operazioni successive hanno esposto i contribuenti a un onere finanziario notevole, mettendo in luce le difficoltà intrinseche nella gestione e nel rinnovamento di istituzioni bancarie storiche ma profondamente turbate.

Analizzando il percorso di intervento dello Stato in Mps, si riconosce una serie di decisioni guidate dalla necessità di preservare non solo la stabilità finanziaria di un singolo istituto, ma dell’intero sistema bancario italiano. Tuttavia, resta il fatto che il ritorno a una piena solvibilità e indipendenza da aiuti statali di Mps rimane una meta ancora lontana, con una strada incerta e costosa che si prospetta ancora davanti a tutti i contribuenti italiani.