

Ancora qualche giorno per rivedere aperto lo storico Gran Caffè Gambrinus di Napoli che ha chiuso, ma solo temporaneamente, i battenti il 7 gennaio scorso, per offrire ai propri clienti la visione restaurata dei saloni storici, chiusi nel 1938, in epoca fascista, recentemente messi nella disponibilità della proprietà. I lavori di ristrutturazione e di ampliamento, infatti, hanno subito un piccolo intoppo – data la delicatezza degli interventi da eseguire – e la riapertura è stata rimandata a mercoledì prossimo, salvo inconvenienti.

La storia del Caffè Gambrinus di Napoli
Fondato nel 1860 al piano terra del Palazzo della Foresteria, oggi sede della Prefettura, affacciato su Piazza Plebiscito e Palazzo Reale, il Gambrinus è da sempre un must per i turisti a Napoli e negli anni è stato un punto di riferimento per l’élite culturale e mondana. Nel 1890, sotto la guida di Mariano Vacca e con la ristrutturazione firmata dall’architetto Antonio Curri, il Caffè fu trasformato in uno scrigno d’arte. Fu chiamato “Gran Caffè Gambrinus” in onore del leggendario re delle Fiandre, venne inaugurato ufficialmente il 3 novembre 1890. Durante la Belle Époque, il bar napoletano divenne il centro della vita culturale partenopea. Frequentato da illustri ospiti internazionali, come l’imperatrice Sissi d’Austria, Oscar Wilde e Jean-Paul Sartre, ospitò anche figure italiane di spicco come Gabriele D’Annunzio, che qui scrisse “ ‘A vucchella”, e Matilde Serao, che fondò il quotidiano “Il Mattino” seduta ai suoi tavolini. È stata tradizione per molti Presidenti della Repubblica italiana fare capolino al Gambrinus per prendere la classica tazzuella di caffè.
di Mat. Lib.