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Napoli, muore dopo essere stato colpito con il Taser: indagine sulla morte di un 35enne.

In CAMPANIA, CRONACA, NAPOLI
Ottobre 06, 2025
Dopo un tentativo fallito di calmarlo, i Carabinieri avrebbero utilizzato prima lo spray urticante e successivamente il Taser in dotazione.

Un uomo di 35 anni è morto questa mattina a Napoli dopo essere stato colpito con il Taser durante un intervento dei Carabinieri. L’episodio è avvenuto intorno alle 8:40 in un’abitazione di via Nicola Fornelli, nel quartiere Chiaia, dove una segnalazione al numero di emergenza 112 aveva segnalato una lite familiare.  Secondo una prima ricostruzione, all’interno dell’appartamento si trovavano una donna, la figlia e l’uomo, di origini nordafricane. All’arrivo dei militari del Nucleo Radiomobile, l’uomo — completamente nudo e in evidente stato di agitazione — avrebbe reagito in modo violento, aggredendo gli operatori. Dopo un tentativo fallito di calmarlo, i Carabinieri avrebbero utilizzato prima lo spray urticante e successivamente il Taser in dotazione. Colpito dai dardi elettrici, il trentacinquenne è stato soccorso dal personale del 118 e trasportato d’urgenza al Policlinico, dove però è deceduto durante il tragitto. La salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria, che ha disposto l’autopsia per chiarire le cause del decesso. Sull’episodio è stata aperta un’inchiesta. I Carabinieri coinvolti sono stati ascoltati e saranno acquisiti i filmati delle bodycam, se presenti, per ricostruire con precisione la sequenza dei fatti. La vicenda riaccende il dibattito sull’utilizzo del Taser da parte delle forze dell’ordine in Italia. L’arma a impulsi elettrici, introdotta con l’obiettivo di ridurre i rischi durante le colluttazioni, è finita più volte al centro delle cronache per decessi o incidenti collegati al suo impiego. Le opposizioni e diverse organizzazioni per i diritti umani chiedono una moratoria nazionale e una revisione dei protocolli di addestramento, sottolineando i pericoli per persone in stato di alterazione o con problemi di salute. Dal Viminale, invece, si continua a difendere l’utilità dello strumento, ritenuto necessario per garantire la sicurezza degli operatori in situazioni ad alto rischio.

di Marco Iandolo