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Progressi e Rallentamenti: Il Dualismo del PNRR Italiano

In POLITICA
Dicembre 09, 2024

Mentre l’Italia si adagia su progressi sostanziali nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’ultima relazione della Corte dei Conti evidenzia una velocità a due tempi nell’attuazione del piano, soprattutto per quanto riguarda la parte finanziaria.

Il PNRR, programma volto a sostenere la ripresa economica post-pandemia tramite fondi europei, mostra segni positivi sull’adempimento degli obiettivi prefissati, vantando un completamento dell’88% dei passaggi procedurali nazionali e il raggiungimento del 43% degli obiettivi totali. Questi progressi rappresentano un balzo in avanti rispetto ai risultati ottenuti nel semestre precedente. In particolare, al 30 giugno, tutti i 39 target europei con scadenza sono stati efficacemente conseguiti.

Tuttavia, dall’analisi emerge una criticità non trascurabile sul fronte della spesa. Nonostante un incremento di 12,6 miliardi nei primi nove mesi del 2024, il livello complessivo delle spese ha raggiunto appena il 30% del totale delle risorse disponibili, mostrando così una certa lentezza nell’utilizzo dei fondi rispetto alle pianificazioni predefinite.

Per quanto riguarda il settore delle riforme, l’Italia aveva concluso il 63% delle 72 misure previste entro la fine di giugno 2024, prospettando un aumento al 66% con il conseguimento di ulteriori 17 traguardi europei nel secondo semestre. Questo dato, seppur positivo, si contrappone all’effettiva spesa corrispondente che, al 30 settembre 2024, si fermava solo al 4% delle risorse assegnate, con tre misure su sette che non hanno visto alcuna spesa.

La Corte dei Conti ha poi rivolto la sua attenzione a settori specifici, notando dinamiche diverse che meritano una menzione dettagliata. I 13 investimenti nel settore ferroviario procedono conformemente al cronoprogramma aggiornato, attestandosi al 39% dell’avanzamento previsto per la fine dell’anno. Tuttavia, circa il 20% di questi progetti è afflitto da ritardi nelle varie fasi di esecuzione, dalla progettazione al collaudo.

Non va meglio nel campo delle politiche abitative, in particolare per il Piano innovativo per la qualità dell’abitare (PINQuA), dove oltre un terzo dei progetti mostra rallentamenti significativi.

Un’altra analisi incisiva della Corte riguarda gli incentivi edilizi, in particolare il Superbonus. Viene evidenziato un tempo di ritorno sull’investimento di circa 35 anni, che risulta elevato e scarsamente coerente con la durata prevista degli interventi incentivati. Di fronte a questa constatazione, l’attuale governo ha deciso di ridurre sostanzialmente queste agevolazioni, una mossa vista con favore dai magistrati contabili.

In conclusione, pur celebrando i traguardi procedurali e di completamento degli obiettivi, il PNRR italiano mostra una dualità preoccupante tra successi strategici e stallo nelle spese. Un equilibrio migliore tra queste due dimensioni sarà cruciale per garantire il pieno successo del piano nei prossimi anni.