133 views 3 mins 0 comments

Resilienza e Memoria: L’Esempio di Liliana Segre nelle Parole del Presidente Mario Venezia

In POLITICA
Gennaio 28, 2025

Nel corso di una cerimonia significativa tenutasi per la Giornata della Memoria, il presidente della Fondazione Museo della Shoah, Mario Venezia, ha offerto una riflessione ponderata e profondamente toccante sulle sfide e le responsabilità che emergono dal ricordo dell’Olocausto. Collegandosi in videoconferenza dalle desolate rovine del campo di Auschwitz II, noto come Birkenau, Venezia ha condiviso una narrazione che fonde il dolore del passato con l’impegno verso un futuro di rispetto e comprensione reciproca.

L’elemento scatenante del suo intervento è stato il resoconto doloroso degli insulti e delle aggressioni verbali indirizzati a Liliana Segre, senatrice a vita e sopravvissuta all’Olocausto, attraverso piattaforme social e altri mezzi. Nonostante la venerabile età di 94 anni e il suo impegno instancabile per la promozione dei diritti civili e la tolleranza, Segre continua a essere bersaglio di attacchi infondati e crudeli.

Attraverso le parole di Venezia si evince non solo il dolore di una figlia di fronte all’incomprensibile crudeltà, ma anche la fermezza di una comunità che sceglie di opporsi all’odio non con ulteriore malevolenza, ma con un impegno ancor più profondo verso la civilità e la memoria attiva. A tal proposito, Venezia ha narrato un episodio simbolico che coinvolge la creazione di un nuovo murale dedicato a Liliana Segre e Sami Modiano, dopo che il precedente era stato vandalizzato. Questo gesto di ripristino non solo denota una volontà di restaurare ciò che è stato danneggiato, ma serve anche come metafora della resistenza contro l’oblio e l’intolleranza.

Approfondendo, il presidente Venezia ha sottolineato l’importanza della memoria come pilastro dell’ebraismo e, per estensione, come fondamento per una società che aspira a non ripetere gli errori del passato. “Ricordare il nome significa tenere in vita la persona”, ha affermato, enfatizzando come il ricordo dei singoli sia essenziale per mantenere viva la memoria collettiva e per educare le future generazioni al rispetto e alla comprensione.

Il culmine delle iniziative per l’80° anniversario della liberazione di Auschwitz ha visto la Fondazione Museo della Shoah e il Comune di Roma organizzare una delegazione che ha portato 150 studenti sul sito del campo di sterminio. Questa visita non è solo un viaggio nel luogo fisico dell’orrore, ma un passaggio educativo cruciale che sottolinea l’urgenza e la necessità di apprendere dalla storia per costruire un futuro migliore.

In questi termini, l’intervento di Venezia non si limita a un’avversione denunciata o alla rievocazione di un tragico passato; si configura piuttosto come un appello incisivo alla responsabilità collettiva di contrastare l’indifferenza, coltivare la comprensione e proteggere i principi di uguaglianza e giustizia universali. La Giornata della Memoria, così osservata, diventa non solo un momento di riflessione, ma un punto di partenza per un impegno attivo e continuo nella lotta contro l’odio e per la difesa della dignità umana.