Nel panorama industriale italiano, i distretti del Lazio continuano a svolgere un ruolo chiave. Dopo un notevole recupero nel 2022, quando il fatturato delle imprese manifatturiere era tornato ai livelli pre-pandemia, il 2023 ha registrato una flessione dell’11% nell’export regionale. Tuttavia, grazie ai poli tecnologici e ai distretti industriali, i valori si mantengono ancora su livelli storicamente elevati. Questi dati emergono dall’ultima ricerca effettuata dal Research Department di Intesa Sanpaolo, che ha messo in luce come la regione ostenti una distintiva specializzazione nei settori di punta.
Il Lazio si distingue per la sua capacità di innovazione e specializzazione in ambiti avanzati come la farmaceutica, l’aerospazio e l’elettronica, senza trascurare settori più tradizionali come l’alimentare e la cosmetica. Fra i protagonisti di questo scenario vi sono tre poli tecnologici: il Polo Farmaceutico, l’Aerospaziale e l’ICT romano, accompagnati da realtà distrettuali come quella della Ceramica a Civita Castellana e dell’Ortofrutta dell’Agro-pontino.
Nonostante la flessione generale, alcuni settori hanno mostrato una resilienza e addirittura una crescita notevole. L’agro-alimentare, ad esempio, ha visto un incremento del 3,8%, mentre la detergenza e la cosmetica sono cresciute dell’8,3%. Questi dati contrastano con il calo registrato nel settore farmaceutico, che ha subito una contrazione del 9,2%. È evidente come la diversificazione industriale del Lazio sia un fattore chiave nella mitigazione degli effetti delle fluttuazioni di mercato.
Analizzando i mercati di destinazione, si osserva un predominio europeo per i poli ad alto contenuto tecnologico. Il Belgio si è rivelato il mercato più dinamico nel 2023, con esportazioni che hanno superato i 4 miliardi di euro, seguito dai Paesi Bassi e dagli Stati Uniti. Per i distretti più tradizionali, invece, la Germania si conferma il principale importatore.
Non sorprende che il Lazio si confermi come un hub di innovazione: al secondo posto in Italia per numero di start-up innovative, con circa 1.600 realtà registrate ad aprile 2024, si piazza solo dietro la Lombardia. Questo è un indicatore della crescita dell’imprenditorialità avanzata e della capacità di rinnovamento continuo che caratterizza il tessuto economico regionale.
Al di là dei numeri, il quadro che emerge è quello di un sistema economico regionale che, nonostante la congiuntura economica non sempre favorevole, sa mantenere un profilo di alto rilievo, sia in termini di innovazione sia di capacità esportativa. Bisognerà monitorare come i distretti e i poli del Lazio si adatteranno alle sfide future, specialmente in un contesto globale in rapido mutamento. La loro capacità di risposta non solo influenzerà significativamente l’economia regionale, ma avrà ripercussioni su tutto il sistema economico nazionale, confermando o modificando le tendenze attuali.
In conclusione, nonostante le sfide e i cali puntuali, l’export dei distretti industriali del Lazio dimostra una vitalità che potrebbe rivelarsi decisiva per la sua traiettoria economica futura.