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Richiesta di Equità Fiscale: Milionari al Fronte per un Cambiamento

In ECONOMIA
Gennaio 21, 2025

In un mondo sempre più polarizzato dai divari economici crescenti, una voce insolita si leva in difesa dell’equità fiscale. Un gruppo di oltre 370 milionari e miliardari da 22 diversi Paesi ha firmato un appello pubblico, richiedendo ai leader riuniti a Davos di intensificare la tassazione sui più ricchi per contrastare l’ingiustizia sociale e stabilizzare le strutture democratiche a rischio. Tra i firmatari di spicco troviamo personalità come Abigail Disney, Marlene Engelhorn, Brian Eno e Richard Curtis, che, unitamente ad organizzazioni come Patriotic Millionaires International e Oxfam, propongono un’iniziativa coraggiosa ma necessaria nell’attuale contesto socio-economico globale.

Il sondaggio condotto da Survation per Patriotic Millionaires International rivela che il 63% dei milionari nei Paesi del G20 percepisce la concentrazione di potere nelle mani di un ristretto gruppo di super-ricchi come una delle principali minacce alla stabilità globale. Queste preoccupazioni sono accentuate dalla recente presidenza Trump, spesso vista come simbolo di una politica plasmata da e per i magnati, con implicazioni preoccupanti per la salute delle nostre istituzioni democratiche.

L’analisi evidenzia un allarmante consenso: oltre il 70% dei milionari intervistati ritiene che il controllo esercitato dai più abbienti modelli in chiave distorta l’opinione pubblica e che questo potere sfrenato stia minando la fiducia delle persone nelle istituzioni democratiche. Più del 70% appoggia l’idea di una maggiore tassazione dei super-ricchi come veicolo per ridurre questi squilibri e finanziare adeguatamente i servizi pubblici.

La lettera aperta, intitolata “We must draw the line”, non soltanto solleva questioni di giustizia fiscale, ma enfatizza anche come la ricchezza immensa si trasformi in un insidioso strumento di controllo sociale e politico. In questa perentoria chiamata all’azione, i milionari firmatari espongono una critica severa al laissez-faire economico che ha permesso a pochi individui di accumulare risorse a sufficienza da influenzare pesantemente l’intero corso di politiche pubbliche e decisioni governative.

Questo movimento tra i milionari appare come una rara ma vitalità autocritica entro le classi più abbienti, la quale segnala un cambio di paradigma necessario e forse imminente nelle politiche fiscali globali. È un promemoria che anche coloro che si trouvano nelle echeloni superiori della piramide economica riconoscono l’urgenza di un sistema più giusto e funzionale.

In conclusione, quello che emerge è un chiaro segnale ai leader mondiali: se la crescente concentrazione di ricchezza non viene indirizzata con decisione e saggezza, il tessuto stesso della democrazia e della coesione sociale nei loro Paesi rischierà di erodersi irreparabilmente. La sfida è pertanto non solo riconoscere il problema, ma agire concretamente per realizzare un mondo più equo, dove la prosperità possa essere un bene condivisibile e non il privilegio di pochi.