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Ricordo e Resistenza: La Comunità Ebraica Un Anno Dopo il Massacro del 7 Ottobre

In POLITICA
Ottobre 07, 2024

Un anno è trascorso dall’oscuro giorno del 7 ottobre 2023, un giorno che rimane indelebile nella memoria collettiva della comunità ebraica. La ferita aperta dal brutale attacco di Hamas, che ha visto la perdita di numerose vite e la cattura di molti ostaggi, continua a sanguinare nel cuore di Israele e di tutta la comunità internazionale. Le celebrazioni della tragica anniversario si sono svolte in un clima di dolore ma anche di speranza indomita e determinazione per il futuro.

La sinagoga del Tempio Maggiore al Portico d’Ottavia a Roma è diventata il luogo di ritrovo dove importanti figure delle comunità ebraiche e politiche, compresa la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, hanno partecipato alla commemorazione. La presenza di queste personalità ha sottolineato l’importanza nazionale e internazionale dell’evento, non solo come momento di ricordo, ma anche come simbolo di resistenza contro l’oppressione e l’aggressione.

Il cuore della manifestazione è stato rappresentato dall’inaspettato impiego di orsetti di peluche bendati, distribuiti in vari luoghi simbolici di Roma come la piazza del Popolo e il Colosseo. Questi orsi, vestiti con t-shirt recanti le foto e i nomi degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, hanno incarnato la fragilità e l’umanità degli assenti. Questo gesto, ideato dagli studenti ebrei, ha voluto evidenziare che la data del 7 ottobre non rappresenta solo un anniversario da ricordare passivamente, ma un appello attivo alla mobilitazione.

Questo momento di riflessione collettiva è stato anche un’occasione per denunciare l’uso politico del conflitto e invocare una maturazione responsabile di fronte alla violenza e all’instabilità che ne conseguono. Il Forum delle famiglie e dei parenti degli ostaggi ha elevato la voce per chiedere con forza il rientro a casa dei loro cari, sottolineando quanto sia vitale per la comunità non solo il ricordo dei morti, ma anche il sostegno concreto a chi ancora soffre.

Alla vigilia dell’anniversario, Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha criticato aspramente la violenza nelle piazze, rifiutando la falsa retorica di chi trasforma slogan in strumenti di distruzione. Ha messo in guardia contro la deriva verso l’incitamento all’odio e alla distruzione, enfatizzando l’impatto negativo di ideologie estremiste che possono sfruttare il caos per indebolire lo stato di diritto.

Le iniziative di memoria e protesta civile includono anche una veglia silenziosa organizzata dall’associazione ‘Pace in Medio Oriente’ e dalla ‘Sinistra per Israele’ presso il Parco Rabin di Roma, dimostrando la pluralità di voci e il desiderio comune di pace e giustizia.

In sintesi, il 7 ottobre resta una cicatrice aperta, un monito costante della necessità di dialogo, comprensione e resilienza di fronte al terrorismo e alla violenza. La comunità ebraica, insieme agli alleati internazionali, continua a lottare per la verità e la libertà, mantenendo viva la speranza di un domani in cui la pace possa prevalere sulla paura e l’odio.