L’assegno unico per i figli, misura introdotta nel 2021 durante l’amministrazione Draghi, è ora soggetto a una significativa ristrutturazione. Il governo attuale, guidato dalla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, ha in programma di rivisitare questa politica di sostegno alle famiglie italiane nella prossima manovra fiscale, passando poi il compito al Ministero dell’Economia per l’implementazione finale.
Attualmente, l’assegno unico rappresenta un impegno di circa 20 miliardi di euro annui, beneficiando più di sei milioni di famiglie italiane e dieci milioni di figli. Questa revisione ha l’obiettivo di meglio distribuire le risorse, focalizzando l’attenzione sulle esigenze delle famiglie più grandi e di quelle con membri disabili.
La proposta più discutibile è la riduzione dell’assegno base da 57 euro per figlio, attualmente erogato a quelle famiglie che non presentano l’ISEE o presentano un ISEE superiore ai 45mila euro. La riduzione dei fondi per queste famiglie mira a incrementare il sostegno finanziario verso le famiglie più bisognose, riflettendo una politica di maggiore equità sociale.
L’impatto finanziario di questa modifica è sostanziale, con una spesa complessiva che ha registrato un sensibile aumento passando dai 13 miliardi del 2022 ai 18 miliardi del 2023, per stabilizzarsi attorno ai 20 miliardi di euro quest’anno, come segnalato dall’INPS nei primi sei mesi dell’anno.
Il cambiamento non sarebbe limitato solo alla struttura finanziaria, ma anche alla terminologia, suggerendo un possibile cambio di nome che segnerebbe una nuova fase per questa importante misura di supporto alle famiglie italiane. I dettagli specifici di questa proposta sono ancora in fase di definizione, ma evidenziano una chiara intenzione del governo di raffinare le politiche in base alle dinamiche economiche e sociali correnti.
Proprio come il reddito di cittadinanza ha subito importanti revisioni nel suo percorso, l’assegno unico è destinato a subire una trasformazione che potrebbe alterare significativamente il paesaggio delle prestazioni sociali in Italia. L’approccio adottato dimostrerà l’intento del governo di rispondere in maniera efficace e ponderata alle necessità delle famiglie italiane, specialmente quelle in situazioni di maggiore vulnerabilità.
La misura, che è stata originariamente concepita per appianare e semplificare le varie forme di supporto economico alle famiglie, ora affronta il delicato compito di bilanciare equità e sostenibilità finanziaria. Queste modifiche rappresentano quindi un importante punto di riflessione sulle politiche sociali del paese, mostrando come l’adattabilità e la revisione periodica siano cruciali in un contesto economico e familiare in continua evoluzione.
La discussione sulla riforma dell’assegno unico si profila come un fondamentale banco di prova per il governo, che dovrà navigare tra le necessità di austerità fiscale e l’importante compito di supportare le famiglie italiane. La stesura e l’attuazione di queste modifiche saranno determinanti per definire il successo di questa rinnovata politica di sostegno familiare, evidenziando l’importanza di politiche inclusive e attente alle esigenze di tutte le componenti della società.