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Riguardo all’Esclusione dei Trasporti e della Sanità dallo Sciopero del 29 Novembre

In ECONOMIA
Novembre 14, 2024

La Commissione di Garanzia sugli Scioperi ha rivolto una richiesta formale alle organizzazioni sindacali Cgil e Uil in previsione dello sciopero generale annunciato per il 29 novembre. L’invito è chiaro: escludere dallo stop i settori dei trasporti e della sanità così come quello della giustizia. Questa sollecitazione del Garante emerge dalla necessaria osservanza di quella che si definisce “rarefazione oggettiva”. Tale direttiva impone il rispetto di un intervallo minimo di dieci giorni tra una mobilitazione e l’altra nel medesimo ambito lavorativo, per garantire una continuità nei servizi fondamentali.

Il principio di rarefazione, in particolare, fa riferimento alla necessità di evitare concentrazioni eccessive di scioperi nel settore del trasporto passeggeri. Questo aspetto garantisce che i cittadini non subiscano interruzioni drastiche e prolungate nei servizi di mobilità indispensabili per il normale svolgimento delle attività quotidiane.

La richiesta del Garante non solo risponde a un criterio normativo ma introduce un’importante riflessione sul diritto allo sciopero e il suo equilibrio con il diritto della collettività a non subire disagi ingiustificati. La sfida risiede nel bilanciare queste esigenze con le aspettative dei lavoratori, che vedono nello sciopero uno degli strumenti più efficaci per far valere le proprie rivendicazioni.

Il settore dei trasporti, essenziale per l’economia e la mobilità delle persone, e quello della sanità, vitale soprattutto in un periodo in cui il sistema sanitario è ancora sotto pressione, sono aree in cui lo stop potrebbe generare non solo inconvenienti ma veri e propri rischi per la salute e la sicurezza pubblica.

Inoltre, bisogna considerare l’impatto di tali scioperi sulla percezione sociale del movimento sindacale. Spesso, l’interruzione di servizi critici può generare un’immagine negativa dei sindacati presso l’opinione pubblica, che potrebbe percepirli come poco sensibili agli interessi generali. D’altra parte, la limitazione delle azioni di protesta può essere vista come un attenuamento delle libertà sindacali, un punto su cui sindacisti e legalisti spesso si confrontano.

Si apre quindi un dibattito significativo sulla gestione delle azioni collettive in settori nevralgici: come si può assicurare il diritto di manifestazione senza penalizzare unduly i servizi essenziali e mantenere un dialogo costruttivo tra le parti?

La decisione del Garante può essere vista come un intervento preventivo per tutelare l’interesse pubblico, ma è anche un invito alle organizzazioni sindacali a riflettere su metodi di protesta che concilino le legittime rivendicazioni con la necessità di mantenere attivi i servizi indispensabili.

L’invocazione alla rarefazione degli scioperi, quindi, non si configura solo come un vincolo legale ma come un’opportunità per innovare le modalità di lotta sindacale, esplorando alternative capaci di minimizzare i disagi per la collettività pur rimanendo efficaci nel promuovere le cause dei lavoratori.

La sfida che attende Cgil e Uil è quella di rispondere a questo invito con saggezza e visione, garantendo che il diritto allo sciopero continui ad essere un’arma potente per il cambiamento sociale, senza trascurare le responsabilità verso la società intera.