
L’apertura dell’Anno Giudiziario della Corte Suprema di Cassazione ha visto la presenza significativa del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ha offerto il palcoscenico per discorsi che defluiscono direttamente dai vertici del sistema giudiziario italiano. In un contesto nazionale dove la giustizia è spesso al centro di accesi dibattiti pubblici e politici, le parole pronunciate durante la cerimonia d’inaugurazione riverberano con peculiari risonanze.
Margherita Cassano, la prima presidente della Cassazione, ha aperto le danze con riflessioni puntuali sulla necessità di un rispetto reciprocamente nutritivo tra le diverse istituzioni dello Stato. Tale reciproco riconoscimento e stima sono descritti come fondamentali per alimentare la fiducia dei cittadini nei confronti di coloro che detengono funzioni sovrane. La sua analisi procede con un richiamo alla responsabilità della magistratura di operare entro i confini dei valori costituzionali più elevati, un appello che non manca di affrontare le sfide tangibili del sistema.
Cassano porta alla luce anche dati inquietanti sulla violenza domestica e sui femminicidi, riportando un decremento nell’incidenza degli omicidi volontari rispetto agli anni precedenti, ma sottolineando come il numero di atti violenti commessi in ambito familiare rimanga allarmantemente alto. Questo fenomeno è interpretato come l’espressione di una persistente, restrittiva visione della donna come soggetto di possesso.
Un altro tema di grande rilievo affrontato dalla presidente Cassano è quello del lavoro “irregolare” e del rischio che esso comporta per la sicurezza sui luoghi di lavoro, con una critica incisiva verso le continue e inaccettabili fatalità lavorative che si succedono con orribile consistenza.
Dall’altra parte, il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Fabio Pinelli, durante il suo intervento, ha messo in evidenza la condizione fondamentale della magistratura, quella della terzietà. Egli ha sottolineato l’importanza di mantenere la magistratura fuori dal conflitto, preservando la sua essenza come tale di arbitro imparziale.
Al di là delle questioni eminentemente giudiziali, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha rilanciato l’urgenza di una riforma costituzionale che conservi intatto il principio dell’indipendenza della magistratura, respingendo qualsiasi interpretazione che possa alludere al contrario. Le sue parole hanno ribadito l’impegno verso una ristrutturazione che rispetti il principio di imparzialità e equità processuale, garantendo così un trattamento equo a tutte le parti coinvolte.
La cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario della Corte Suprema di Cassazione non è stata solo un’occasione rituale, ma ha rappresentato un momento di riflessione critica su alcuni dei problemi più impellenti che la giustizia italiana si trova ad affrontare oggi. Il richiamo per un impegno più coerente e rispettoso delle prerogative costituzionali risuona come un tema urgente e necessario per rafforzare le fondamenta democratiche dell’Italia.