In questo periodo di fine anno, 35,7 milioni di italiani si preparano a ricevere le tredicesime, introiettando nel tessuto economico nazionale un’imponente somma di 59,3 miliardi di euro. Tuttavia, non tutto il denaro giungerà nelle tasche dei lavoratori e dei pensionati: la Cgia di Mestre sottolinea che ben 14,5 miliardi di euro saranno intercettati dal fisco, riflettendo una tensione crescente tra i benefici di queste risorse addizionali e il loro impatto sul carico tributario individuale.
L’assegnazione delle tredicesime vede i pensionati come i primi beneficiari, seguiti a breve da dipendenti pubblici e privati. Quest’anno, il Ministero dell’Economia e delle Finanze calcola che circa 4,6 milioni di lavoratori dipendenti, oltre a percepire la tredicesima, riceveranno anche un bonus di Natale di 100 euro netti. Questa gratifica natalizia è destinata a coloro che presentano redditi di medio-bassa fascia, non superiori ai 28mila euro, con almeno un figlio a carico. In aggiunta, all’incirca 400mila anziani, beneficiari di un trattamento pensionistico non superiore all’importo minimo, otterranno un bonus di Natale di circa 154,94 euro.
Il 2024 si distingue per un notevole aumento del totale netto delle tredicesime, che mostra un incremento di 4,1 miliardi rispetto all’anno precedente. Questa crescita è attribuibile sia all’espanzione del numero di dipendenti, aumentati di 221mila persone, che al maggior numero di pensionati, cresciuti di 99mila individui. Un’ulteriore giustificazione di questo aumento risiede nell’incremento del monte salari, fenomeno legato in buona parte al rinnovo di alcuni contratti di lavoro.
L’importanza del pagamento delle tredicesime va oltre la mera cifra materiale: rappresenta un cruciale mezzo di sostegno economico per milioni di cittadini e funge da importante indicatore economico del benessere o del disagio lavorativo nel paese. Eppure, la porzione significativa prelevata dal fisco solleva questioni di equità fiscale e di distribuzione delle risorse, specialmente in un periodo dell’anno in cui le spese si intensificano.
Approfondendo, l’incremento fiscale può essere percepito come un fardello ulteriore in un contesto di già notevoli pressioni economiche, soprattutto per le famiglie con redditi medio-bassi. Tali considerazioni suscitano un dibattito più ampio sulla politica fiscale del paese e sulla sua capacità di sostenere effettivamente i cittadini, senza penalizzare unduly coloro che si trovano in condizioni economiche meno vantaggiose.
In sintesi, le tredicesime continuano a essere un pilastro della distribuzione dei redditi in Italia, ma la loro gestione e l’impatto fiscale associato richiedono una riflessione approfondita, orientata a ottimizzare il beneficio per tutti i cittadini e a moderare le tensioni tra crescita economica e equità sociale.