
Un grande cambiamento è all’orizzonte per il mondo delle costruzioni e dell’abitare in Europa: la direttiva europea sulle case green ha posto le basi per un piano di riqualificazione energetica che vedrà trasformarsi oltre 5,5 milioni di edifici pubblici e privati. L’obiettivo principale è quello di ridurre significativamente il consumo energetico, al fine di contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici e di migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni.
La Fillea Cgil, sindacato di categoria che si occupa della tutela dei lavoratori dell’edilizia, ha diffuso stime secondo cui nei prossimi anni si assisterà a una vera e propria ondata di interventi. Questi ultimi riguarderanno circa 500mila edifici pubblici e quasi 5 milioni di edifici privati, molti dei quali caratterizzati da prestazioni energetiche notevolmente inferiori allo standard desiderato.
L’Europa ha fissato target ambiziosi: si prevede che entro il 2030 ci sarà una riduzione dei consumi energetici del 55%, da ottenersi attraverso interventi mirati su immobili attualmente classificati F e G, cioè tra i meno efficienti dal punto di vista energetico. L’obiettivo a medio termine è di coinvolgere il 15% di queste strutture entro il 2030 e, estendendo l’orizzonte temporale al 2033, si punterà a riqualificare il 26% degli edifici di classe energetica più bassa. Questo implica che quasi la metà degli immobili con prestazioni energetiche scarse sarà oggetto di interventi di efficientamento.
Gli interventi previsti copriranno un ampio spettro di azioni: dall’installazione di sistemi di isolamento termico, all’implementazione di impianti di riscaldamento e raffreddamento più efficienti, fino all’integrazione di fonti di energia rinnovabile. Tutte queste misure non solo contribuiranno a ridurre le emissioni di CO2, ma porteranno anche benefici tangibili ai cittadini europei, come il miglioramento del comfort abitativo e la riduzione delle bollette energetiche.
La transizione verso edifici più sostenibili rappresenta anche un’importante opportunità economica per il settore delle costruzioni, capace di generare nuovi posti di lavoro e di stimolare l’innovazione tecnologica. Non si tratta solo di un dovere etico nei confronti dell’ambiente, ma di una scelta strategica che guarda al futuro del continente sotto molteplici aspetti, a partire dal sociale all’economico.
Resta da vedersi come le amministrazioni nazionali e locali, insieme agli attori del settore privato, riusciranno a recepire e implementare le linee guida comunitarie, facendone una leva per il rilancio e la sostenibilità a lungo termine delle città europee. Quello che è certo è che la sfida imposta dalla direttiva sulle case green è ambiziosa e richiederà uno sforzo congiunto e coordinato per essere vinta.