
Dopo un anno di governo segnato da annunci di discontinuità e parole d’ordine come “inclusione” e “gentilezza”, l’Amministrazione guidata dal sindaco Gerardo Santoli sembra ora attraversare una fase di profonda instabilità politica. Un vero e proprio terremoto istituzionale, che coinvolge i vertici e i consiglieri più votati della squadra vincente. Nei mesi scorsi, il primo segnale d’allarme era arrivato con le dimissioni del vicesindaco Gianni Toriello, figura centrale della campagna elettorale. Un addio clamoroso, che lasciava intendere fratture interne mai risolte. A distanza di poco tempo, è arrivata anche la rinuncia all’incarico da parte dell’assessore Nunzia Pagano, altra figura di punta. E come se non bastasse, la consigliera Francesca Festa ha ufficializzato la nascita di un gruppo consiliare indipendente, prendendo le distanze dal progetto originario. Si tratta di un esodo che non può essere considerato casuale. I tre fuoriusciti erano i primi tre eletti della lista Santoli, interpreti e garanti del consenso popolare che aveva decretato la vittoria della cosiddetta “Amministrazione Gentile”. Oggi, quel patto con l’elettorato sembra tradito. Attualmente il consiglio comunale si presenta spaccato in quattro gruppi consiliari, con visioni politiche sempre più divergenti e una maggioranza incapace di mantenere la coesione promessa all’inizio del mandato. Le opposizioni – Movimento con il Cuore per Santostefano, Oltre, e Il Sole – sottolineano con forza le contraddizioni di una compagine che si era proposta come modello di rinnovamento, ma che si sta rivelando priva di direzione e visione strategica. “Altro che gentilezza, è il caos a regnare”, si commenta dai banchi della minoranza. Nel paese, cresce il malcontento tra i cittadini, che chiedono chiarezza, competenze e risposte concrete. La fase degli slogan, per molti, sembra ormai superata. Nel frattempo, cala simbolicamente il sipario su quell’idea di “nuova politica” che aveva fatto breccia nel cuore di tanti. Il rischio ora è che a governare non sia più un progetto, ma l’improvvisazione quotidiana. E come in una tragedia shakespeariana, resta solo “un’ombra che cammina” a rappresentare un’amministrazione che rischia di perdere definitivamente la sua credibilità.
di Marco Iandolo
