
In seguito alle recenti elezioni per il Parlamento europeo, i mercati azionari del continente hanno manifestato palpabili segni di reticenza. Gli elettori hanno in gran parte favorito le forze di opposizione, tranne in Italia dove si è riaffermato il sostegno al governo in carica. Questo cambio di panorama politico ha direttamente influenzato gli andamenti dei principali listini, con Parigi che si registra tra i più colpiti, segnando un deciso calo del 1,9%.
A Parigi, l’annuncio del presidente Emmanuel Macron su un voto anticipato ha generato ulteriori turbative, riflettendosi negativamente sugli indici borsistici che hanno comunque limitato le iniziali perdite. Anche le piazze finanziarie di Milano e Francoforte hanno risentito dei nuovi equilibri politici, con cali rispettivamente del 1% e dello 0,8%. Madrid e Londra non sono state immuni, accusando diminuzioni dello 0,7% e dello 0,4%.
L’inquietudine del mercato non si limita al continente europeo. I future sulle borse USA mostrano infatti un orientamento al ribasso, condizionati sia dalle elezioni europee sia dall’imminente decisione della Federal Reserve sui tassi d’interesse. Le previsioni suggeriscono che i tassi rimarranno invariati, ma non si escludono sorprese da parte del Comitato Federale con possibili dichiarazioni più concilianti.
L’ambito obbligazionario riflette alte tensioni. Lo spread tra i titoli di Stato italiani (BTP) e i Bund tedeschi si attesta a 138,9 punti, con il rendimento annuo del debito italiano in crescita dell’8,9 punti percentuali, portandosi al 4,04%. La pressione si avverte anche in Francia, dove il rendimento dei titoli di Stato cresce di 7,9 punti, posizionandosi al 3,17%.
Un capitolo a parte merita il settore bancario, in particolare quello francese che risulta fortemente penalizzato: le azioni di Société Générale hanno ceduto il 6,57%, quelle di BNP Paribas il 4,11% e Crédit Agricole il 4,06%. Anche in Italia, le principali banche hanno registrato cali notevoli, tra cui Banco BPM (-1,63%) e Intesa Sanpaolo (-1,24%).
Nel settore dei trasporti e dell’automotive, l’incertezza si manifesta con forti contrazioni: Volvo registra una perdita del 2,17%, mentre Stellantis e Volkswagen segnano rispettivamente -1,61% e -1,6%. Porsche, tra le più colpite, vede una flessione del suo valore del 3,29%.
Il clima di insicurezza incide anche sulle valute: l’euro scende ai minimi del mese, quotando 1,07 dollari, mentre la sterlina si trascina a 1,27 dollari, sebbene riscontri una leggera ripresa nei confronti dell’euro, posizionandosi a 1,18.
Questo nuovo scenario apre inevitabilmente questioni su come si configurerà il futuro prossimo del mercato azionario europeo e globale. I cambiamenti politici e le loro ripercussioni economiche confermano ancora una volta quanto i contesti politici e economici siano profondamente interconnessi, influenzando materialmente gli investimenti e la fiducia degli operatori finanziari a livello mondiale.