In una fredda serata di dicembre, davanti ai cancelli merci dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, un gruppo di lavoratori dell’azienda Trasnova si prepara a trascorrere un’altra notte in protesta. Questo segno di resistenza non è solo un gesto di disperazione, ma una lotta per la sopravvivenza economica di quasi 400 famiglie, di cui 90 direttamente implicate nello stabilimento di Pomigliano, responsabile per la movimentazione dei veicoli.
Il loro presidio è reso ancor più sommesso dalla presenza di una modesta tenda, qualche bibita e pezzi di legno per combattere il gelo notturno. La scena è dominata da un piccolo albero di Natale, decorato in maniera insolita: sui rami non pendono addobbi festivi, ma i nomi dei lavoratori a rischio licenziamento. Sotto, invece dei doni, uno striscione riporta una frase di triste ironia: “Dono natalizio di Stellantis”.
Il tono degli operai è di chiara disillusione: “Sotto l’albero ci hanno lasciato il licenziamento,” commentano con amarezza, “nessun dirigente, nessuno con un minimo di umanità, avrebbe scelto un periodo peggiore per licenziare padri di famiglia. Viviamo un Natale di incertezza, mentre altrove si contano le buonuscite milionarie.”
Non si tratta solo di una vicenda locale, ma di un simbolo potente della crisi occupazionale che affligge l’industria automobilistica in Italia, evidenziando la fragilità dei lavoratori dell’indotto, spesso dimenticati nelle grandi narrazioni economiche. La decisione di Stellantis di interrompere la commessa con Trasnova rappresenta quindi non solo un problema logistico per la movimentazione delle auto, ma soprattutto un duro colpo per l’intera comunità di Pomigliano d’Arco.
La situazione è aggravata dall’impasse in cui i lavoratori si trovano: da una parte, la necessità di bloccare l’ingresso merci per attirare attenzione sul loro caso, dall’altra, la consapevolezza che ogni giorno di blocco è un giorno di produzione perduta. Infatti, la fabbrica ha già annunciato lo stop agli ultimi due turni di lavoro a causa della mancanza di materiali indispensabili per la produzione, causando un’ulteriore spirale di fermi produttivi.
Nel complesso, la battaglia dei lavoratori di Trasnova è emblematica delle tensioni tra grandi corporazioni industriali e la manodopera che sostiene quotidianamente la loro produttività. È una storia di resistenza e resilienza, di speranza e di disperazione, di solidarietà e di lotta. Mentre l’alba sorge su Pomigliano, la loro vigilia continua, una dimostrazione palpabile che la lotta per i diritti dei lavoratori non conosce pause, anche nel freddo di dicembre. La comunità guarda, aspettando notizie che possano portare un barlume di speranza per un futuro migliore.