
Nel cuore dell’autunno 2024, un fenomeno meteorologico inaspettato trasforma i paesaggi italiani in scenari da fine estate, alimentando un’inaspettata vivacità nel settore turistico per il ponte di Ognissanti. Quest’anno, nonostante un calendario meno propizio rispetto al 2023, il settore alberghiero registra un incremento significativo delle occupazioni che segna un tasso del 74% sul totale delle camere disponibili, corrispondente a circa 4,5 milioni di presenze nelle strutture ricettive italiane.
Questi numeri, emergenti da uno studio del Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti, non solo superano quelli dell’anno scorso di sei punti percentuali, ma dipingono un quadro generale dell’industria del turismo in crescita robusta. Tra gennaio e ottobre, il settore ha visto un aumento del 2,5% nei pernottamenti, trainato prevalentemente da una domanda internazionale che ha registrato un aumento tra il 9% e il 10%.
Le città d’arte italiane, con il loro intramontabile appeal culturale, si confermano le protagoniste di questa rinascita turistica. Essendo le preferite sia da visitatori nazionali che internazionali, queste località vanno verso il ponte con un ragguardevole tasso di occupazione che si attesta all’85%. Non si può, tuttavia, trascurare il notevole interesse anche per le destinazioni rurali, di collina e di montagna, che tradizionalmente attirano l’attenzione di un pubblico desideroso di scoprire le bellezze naturalistiche e la tranquillità.
D’altro canto, la richiesta per le località marittime e lacustri mostra una saturazione più moderata, con tassi rispettivamente del 62% e del 68%. Interessante notare come le località termali abbiano, invece, una prestazione leggermente superiore con un soddisfacente 77%.
Sullo sfondo di questo fervido movimento turistico, emerge un quadro differenziato nella saturazione delle strutture ricettive analizzato per macroaree geografiche. Si distingue particolarmente il Centro Italia, con un impressionante 80% di camere occupate, spinto in alto dalle eccellenze dell’Umbria e della Toscana. Anche il Nord Est non è da meno con un lodevole 79%, dove Veneto e Friuli Venezia Giulia si pongono come esempi di rilancio e dinamismo.
Mentre il Nord Ovest si posiziona bene con il 75%, le regioni del Sud e delle Isole si trovano al di sotto della media con un 62%, anche se la Campania si fa notare per risultati decisamente più promettenti.
Questo risveglio del turismo, che sembra sfidare le previsioni più pessimistiche legate al calendario meno favorevole, riflette un’ampia gamma di dinamiche. Da una parte c’è la risposta immediata al clima favorevole, dall’altra vi è la capacità intrinseca del settore turistico di adattarsi e reagire agli impulsi esterni, combinando offerte tradizionali con nuove formule di accoglienza capaci di attrarre flussi diversificati di visitatori.
In un mondo in cui il turismo è spesso vista come una delle vittime designate della crisi economica globale, l’Italia dimostra di poter contare su una resilienza e una capacità di reinvenzione che non solo salvaguardano, ma rilanciano il settore, trasformando ogni sfida in un’opportunità di crescita e consolidamento. Con un occhio sempre vigile verso il futuro, il Bel Paese riconferma il suo ruolo sul palcoscenico del turismo internazionale, incentrato sulla qualità dell’offerta e l’ospitalità senza tempo.