
Entro il 2030, l’Italia si prepara a confrontarsi con una significativa diminuzione nel consumo di benzina e gasolio, con un impatto diretto sulle entrate fiscali legate alle accise. Una recente analisi del Centro studi Unem (Unione energie per la mobilità) prevede una riduzione del consumo dei carburanti tradizionali di circa 5 milioni di tonnellate rispetto ai livelli attuali. Di conseguenza, ci si aspetta una diminuzione del gettito fiscale di 3,8 miliardi di euro entro il 2030, un valore che potrebbe crescere fino a 9 miliardi di euro al 2040.
La transizione verso alternative più ecologiche, come l’energia elettrica, è in crescita, anticipata dalla previsione che entro il 2030 oltre 4 milioni di automobili in Italia saranno completamente elettriche. Tuttavia, questo spostamento comporta sfide critiche, in particolare per quanto riguarda le infrastrutture di ricarica e l’impatto sul bilancio delle famiglie italiane. Il Centro studi Unem mette in luce la necessità di quadruplicare il costo delle ricariche elettriche rispetto a oggi per bilanciare le perdite fiscali, oppure di raddoppiarle rispetto a quello che attualmente si sostiene con un’auto ibrida a benzina.
Il ritardo nell’adozione di veicoli elettrici pone l’Italia in una posizione precaria rispetto ad altri paesi europei. Ad esempio, al primo quadrimestre del 2024, la Norvegia ha quasi completato la sostituzione del suo parco auto con veicoli elettrici, raggiungendo la percentuale impressionante del 89,9%. Al contrario, in Italia la quota di auto elettriche immatricolate nello stesso periodo è stata solo del 2,8%, posizionando il Paese in fondo alla lista europea.
Questa tendenza ha importanti ripercussioni economiche. In Italia, le entrate fiscali derivanti dalla mobilità sono particolarmente sostanziose, rendendo la transizione verso l’elettrico più complessa sul fronte finanziario. Inoltre, la caduta nelle vendite di auto a motore tradizionale è stata meno marcata in Italia rispetto ad altri paesi come la Germania, dove, nonostante un generale calo delle immatricolazioni nel 2024, quelle di auto a benzina e gasolio hanno visto rispettivamente incrementi del 7,5% e del 9,5%.
Questo quadro evidenzia la necessità di un’analisi profonda e di strategie supportate dal governo per favorire una transizione energetica equilibrata. La sostenibilità ambientale deve essere ponderata assieme alle necessità economiche, soprattutto in un periodo di incertezze economiche globali.
L’Italia si trova dunque dinanzi a una duplice sfida: accelerare la transizione ecologica del proprio parco auto riducendo l’impatto ambientale, mentre si cerca di gestire le implicazioni economiche che questa transizione inevitabilmente comporta. Le strategie che verranno adottate nei prossimi anni definiranno non solo il panorama ambientale, ma anche quello economico del Paese, determinando in larga parte il successo o il fallimento nella gestione di questa cruciale metamorfosi della mobilità.