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Verso il Rinvio del 2025 per l’Obbligo delle Polizze Anti-Calamità

In ECONOMIA
Ottobre 22, 2024

Il Parlamento italiano si appresta a un nuovo tentativo, questa volta con una significativa convergenza bipartitica, per posticipare l’introduzione dell’obbligo di stipulare assicurazioni contro calamità naturali ed eventi catastrofici. Precedentemente inserita nella legge di bilancio, questa disposizione avrebbe imposto alle imprese di tutelarsi entro il 31 dicembre 2024. Tuttavia, una coalizione di parlamentari di diversi schieramenti politici ora propone di estendere il termine al 31 dicembre 2025.

Questo nuovo corso d’azione segue una precedente proposta di Fratelli d’Italia, che durante l’esame del decreto omnibus aveva avanzato una mozione simile, successivamente ritirata. Adesso, è il turno di esponenti di Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Italia Viva, Gruppo Misto e Noi Moderati di portare avanti l’iniziativa, attraverso una serie di emendamenti identici presentati al disegno di legge sulla concorrenza.

La mossa ha un evidente fondamento prudenziale: si mira a dare più tempo alle imprese per prepararsi a questa nuova realtà assicurativa, in un contesto economico ancora segnato dall’incertezza dovuta alla pandemia e ai suoi effetti a lungo termine sul tessuto produttivo nazionale. L’introduzione di un obbligo assicurativo in un periodo di fragile recupero economico potrebbe infatti imporre un ulteriore onere finanziario su molte realtà imprenditoriali che stanno ancora cercando di stabilizzare la propria situazione.

Di qui, l’importanza di una decisione ponderata, che equilibri la necessità di proteggere le attività produttive dagli impatti economici devastanti delle calamità naturali con la capacità delle stesse imprese di sostenere tali costi in un momento di generale contrazione economica. La proposta di proroga riflette anche una consapevolezza crescente dei rischi associati al cambiamento climatico e degli sforzi internazionali per mitigare gli effetti di tali eventi. Questo aspetto assume una rilevanza ancora maggiore in un paese come l’Italia, frequentemente colpito da fenomeni calamitosi quali alluvioni, terremoti e frane.

In questo quadro, il dibattito parlamentare si prospetta intenso e di cruciale importanza. Si tratta di trovare un compromesso funzionale tra la necessità di una copertura assicurativa adeguata e le esigenze di un tessuto economico nazionale che abbraccia realtà molto diverse tra loro, dalle piccole e medie imprese fino ai grandi gruppi industriali. Vetrate a protezione delle attività, fondi di solidarietà più ampia, regimi fiscali incentivanti l’adozione di polizze assicurative specifiche potrebbero figurare tra le soluzioni a supporto di questa transizione.

Il tutto si inserisce in un contesto in cui i cambiamenti climatici e i loro impatti non sono più fenomeni di rischio ipotetico, ma questioni concrete che necessitano di una gestione prudente e previsionale. La politica, in tale quadro, ha il dovere di operare scelte equilibrate che tutelino cittadini e imprese senza aggravare in modo insostenibile le loro condizioni economiche. Questa proroga, se approvata, potrebbe rappresentare un’importante tappa nella giusta direzione, confermando la volontà di procedere con determinazione ma anche con la necessaria cautela.

In attesa delle decisioni finali, il dibattito parlamentare in corso sarà decisivo per delineare il futuro della resilienza economica e sociale dell’Italia di fronte ai cambiamenti climatici e alle sfide globali inaspettate.