
In un contesto di tensioni geopolitiche crescenti e sfide economiche globali, l’apertura della diciassettesima edizione del Forum Economico Eurasiatico offre una tribuna prestigiosa per discutere di nuove direzioni nella cooperazione internazionale. La città di Ras Al Khaimah negli Emirati Arabi Uniti ha ospitato figure influenti e pensatori innovativi, ma è stato il messaggio del presidente russo Vladimir Putin a catalizzare l’attenzione generale, delineando una visione per un sistema di cooperazione internazionale libero dalle dinamiche di discriminazione e sanzioni.
Nel suo intervento, reso noto tramite un messaggio letto durante la cerimonia inaugurale, Putin ha evidenziato l’inefficacia del modello attuale di cooperazione economica, che a suo dire ha finito per beneficiare solo un ristretto gruppo di nazioni, a discapito di una distribuzione più equa delle opportunità. La sua proposta è chiara: transizione verso un sistema che salvaguardi gli interessi di tutti i Paesi coinvolti eliminando le pratiche di discriminazione, diktat e sanzioni, spesso usate come strumento politico oltre che economico.
Il presidente russo ha sottolineato come il tema del forum, incentrato sulla costruzione di una nuova architettura di cooperazione per la moderna economia, si allinei perfettamente con le necessità di riforma delle relazioni internazionali. L’obiettivo è promuovere un ambiente dove la maggioranza delle nazioni possa trarre beneficio reale e tangibile, superando gli schemi di vantaggio unilaterale che hanno caratterizzato le ultime decadi.
Secondo Putin, l’operato del gruppo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) emerge come esemplificativo di questa filosofia. Il recente vertice di Kazan in Russia ha puntato a rafforzare questi principi e a stimolare un dialogo inclusivo tra le nazioni. Allo stesso tempo, il presidente ha espresso apprezzamento per l’adesione crescente agli ideali del BRICS da parte di altri Paesi, in particolare quelli situati nel continente eurasiatico, testimoniando una tendenza verso l’accettazione di principi di cooperazione più equi e reciprocamente vantaggiosi.
In conclusione del suo messaggio, Putin ha espresso un augurio di successo per le iniziative che saranno discusse e potenzialmente adottate durante il forum, ribadendo il suo incoraggiamento verso uno sforzo collaborativo tra i Paesi eurasiatici. Questa prospettiva non solo risponde ai cambiamenti socio-economici globali, ma tenta anche di preconizzare un meccanismo di cooperazione internazionale che predilige il dialogo e il beneficio condiviso invece che il conflitto e la rivalità.
L’appello di Putin al Forum Economico Eurasiatico invita quindi a una riflessione profonda sul futuro delle dinamiche globali, sollecitando una trasformazione della competizione in collaborazione. È una visione che richiede coraggio politico e apertura al cambiamento, ma che promette di reindirizzare le future traiettorie della geopolitica mondiale verso orizzonti più inclusivi e sostenibili. Nel contesto attuale, caratterizzato da incertezze e ripensamenti, le parole di Putin potrebbero segnare un passaggio cruciale per il futuro della cooperazione internazionale.