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50 Miliardi di Investimenti per Rinnovare le Infrastrutture Idriche in Italia

In ECONOMIA
Luglio 07, 2024

La questione idrica, spina dorsale del benessere socio-economico e ambientale dell’Europa, si configura come una delle principali sfide del nostro tempo. Fabrizio Palermo, amministratore delegato e direttore generale di Acea, nel corso del recente Forum in Masseria a Manduria, ha messo in rilievo la critica necessità di adeguare e potenziare le infrastrutture idriche italiane. Secondo Palermo, il fabbisogno economico per tale rinnovamento ascende a 50 miliardi di euro, una cifra che evidenzia la gravità e l’urgenza dell’impegno richiesto.

Il cuore del problema risiede nell’invecchiamento delle attuali infrastrutture, molte delle quali risalgono al periodo post-bellico e sono, pertanto, inadeguate alle esigenze di una popolazione moderna e all’incremento delle pressioni ambientali. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), benché abbia stanziato 4 miliardi di euro per questo settore, rappresenta soltanto un’introduzione al vasto elenco di interventi necessari.

Palermo ha sottolineato l’importante correlazione tra l’accesso a risorse idriche sicure e la salute pubblica, oltre al fondamentale ruolo che l’acqua gioca nello sviluppo economico del paese. È evidente che la qualità dell’acqua, sempre più a rischio per effetto dei cambiamenti climatici e della crescente inquinamento, è destinata a diventare un punto focale delle politiche ambientali e sanitarie nazionali.

Uno degli aspetti più critici da affrontare è il basso tasso di riuso dell’acqua in Italia, attualmente stimato intorno al 4%. Palermo ha evidenziato l’opportunità di elevare questa percentuale fino al 23%, segnalando quindi un percorso concreto attraverso il quale poter gestire più efficacemente le risorse idriche, essenziali ma limitate.

Inoltre, l’ampio dibattito sul tema ha condotto Palermo a suggerire la possibile istituzione di una figura a livello europeo, simile a quello che già esiste per l’energia, che sarebbe dedicata esclusivamente a queste tematiche idriche. Questo Commissario europeo per l’acqua avrebbe il compito di concentrare gli sforzi e coordinare le politiche su scala comunitaria, garantendo un approccio più uniforme e incisivo alla gestione delle risorse idriche.

Questo amplo piano di investimenti non solo è essenziale per la modernizzazione dell’infrastruttura esistente e il miglioramento della qualità dell’acqua, ma rappresenta anche un’opportunità economica significativa. Potrebbe infatti stimolare l’innovazione nel settore delle tecnologie ambientali e creare numerosi posti di lavoro, sostenendo così la crescita economica in un periodo in cui l’Italia, come il resto del mondo, deve affrontare le sfide poste dalla transizione ecologica.

Il messaggio trasmesso da Palermo è chiaro: riformare il sistema idrico non è più un’opzione, ma una necessità impellente. Solo attraverso un impegno concreto, supportato da investimenti adeguati e da una visione strategica a lungo termine, sarà possibile garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche in Italia, contribuendo così alla salute pubblica, alla protezione dell’ambiente e allo sviluppo economico del paese. La strada è tracciata; ora è il momento di agire con determinazione e lungimiranza.

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Redazione