In un mondo dove l’Intelligenza Artificiale (IA) sta riscrivendo le regole di numerosi settori, l’Italia cerca di affrontare il ritardo accumulato rispetto ai leader globali come gli Stati Uniti. In un recente incontro dedicato a “Economia e scienza”, Cristiano Borean, Direttore Finanziario del colosso assicurativo Generali, ha condiviso la sua visione sulla necessità di un’intensa collaborazione tra il settore pubblico e privato per potenziare lo sviluppo e l’adozione dell’IA nel tessuto economico italiano.
Durante l’evento, parte del ‘media festival’ Link del Gruppo Nem a Trieste, Borean ha sottolineato come l’unico percorso per competere efficacemente sia quello di unire le forze tra diverse entità: aziende, istituzioni educative, centri di ricerca e governi. L’approccio suggerito prevede un’intensa sinergia che non solo cerca di colmare il divario di competenze esistente, ma anche di accelerare l’innovazione attraverso investimenti condivisi e strategie coordinate.
Una ricerca esposta precedentemente al Forum Ambrosetti ha rivelato che il Pil nazionale potrebbe godere di un incremento fino al 18% sfruttando le potenzialità offerte dall’IA. Tuttavia, l’Italia si trova in una fase di significativo ritardo in termini di competenze specialistiche, visione strategica e investimenti: attualmente, solo il 4% del totale degli investimenti europei in IA va all’Italia, contro il 69% degli Stati Uniti. Questa disparità evidenzia un bisogno urgente di rivedere e potenziare gli sforzi nazionali.
Borean ha messo anche in luce alcuni progetti di cooperazione tra il settore privato e il mondo accademico, come iniziative che coinvolgono università e scuole di management, mirate a preparare i nuovi talenti a interagire efficacemente con le tecnologie avanzate. Queste iniziative si concentrano su tre pilastri fondamentali: ricerca di base, ricerca applicata e formazione professionale.
Oltre alle strategie di sviluppo e formazione, Borean e il cosmologo Roberto Trotta, presente anch’egli all’incontro, hanno accennato alla necessaria implementazione di normative che regolino l’IA. Trotta ha evidenziato come l’accelerazione esponenziale dell’IA distingua questa tecnologia da altre innovazioni passate, imponendo una riflessione critica sulle modalità con cui essa verrà integrata nella società e nell’ambiente lavorativo.
Questa visione convergente apre un dibattito più ampio sull’equilibrio tra innovazione e regolamentazione, sottolineando l’esigenza di una “libertà con dei limiti” che garantisca lo sviluppo sicuro e etico delle potenzialità dell’IA, sempre con un occhio di riguardo verso il benessere umano.
La sfida per l’Italia, quindi, resta imponente ma non impossibile. Attraverso una collaborazione strategica tra i vari attori del sistema nazionale, si può ancora recuperare il terreno perduto e posizionare il Paese come un giocatore di rilievo nel panorama dell’intelligenza artificiale mondiale. Le idee e le strategie esposte durante l’incontro offrono una possibile roadmap per trasformare l’attuale scenario in una opportunità di crescita e rinnovamento.