La vicenda giudiziaria che vede protagonista l’ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli, sembra tutt’altro che conclusa. Agnelli ha infatti deciso di non restare inerte di fronte alla squalifica di 10 mesi e all’ammenda di 40mila euro inflittagli dalla giustizia sportiva e ha presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio.
La sanzione era stata inflitta ad Agnelli in seguito alla cosiddetta “manovra stipendi”, un caso che ha scosso i vertici del calcio italiano. Il Collegio di garanzia dello sport del Coni aveva già trattato la questione, dichiarando in parte inammissibile e in parte infondato il ricorso dell’ex presidente della squadra torinese contro la decisione della Corte Federale di Appello della FIGC, che aveva riformato il verdetto di primo grado.
Ora, con il ricorso amministrativo, Andrea Agnelli si rivolge al TAR nella speranza di poter ribaltare questa situazione. Il fascicolo è stato affidato alla prima sezione ter del TAR del Lazio, e al momento si attende la fissazione dell’udienza di merito. Importante notare che nel presente ricorso non sono previste istanze cautelari, il che significa che non vi saranno misure urgenti che potrebbero sospendere la squalifica, ma si procederà direttamente alla discussione di merito.
Le questioni sollevate dall’ex numero uno della Juventus sono ancora avvolte dalla riservatezza tipica di questi procedimenti, ma l’esito potrebbe avere implicazioni significative non solo per il futuro di Andrea Agnelli nel mondo del calcio, ma anche per il modus operandi e le prassi adottate dai club riguardo alla gestione dei contratti e degli stipendi dei giocatori.
Per ora, tutta l’attenzione è rivolta a come si evolverà la questione nelle aule giudiziarie, dove, a distanza di mesi dalla pronuncia della squalifica, Agnelli cerca ancora una volta di ripulire il proprio nome e di tornare a giocare un ruolo attivo nella dirigenza sportiva.