In una recente riunione del consiglio federale, è stato approvato all’unanimità – con l’eccezione di un solo astenuto, rappresentante della Serie B – il nuovo piano strategico della FIGC destinato a riformare in maniera incisiva la gestione economica dei club di calcio italiani. Il piano mira a infondere stabilità finanziaria e sostenibilità, in un periodo caratterizzato da sfide economiche significative per il mondo dello sport.
Le nuove regole, che incidono direttamente sugli obblighi economici dei club, introducono tre indicatori principali: l’indice di liquidità, che misurerà la capacità di un club di onorare le proprie passività a breve termine; l’indicatore di indebitamento, per valutare l’entità del debito complessivo rispetto alla solidità finanziaria del club; e il costo del lavoro allargato, che prenderà in considerazione l’intero carico di retribuzione e contributi legati al personale.
Mentre per le Serie B e C si parla di parametri “ammissivi”, ossia meno restrittivi, per la Serie A si è scelto un percorso di allineamento con le normative dell’Uefa, ente che da tempo applica sistemi di monitoraggio finanziario stringenti, noti come Financial Fair Play, volti a garantire la concorrenza leale e la stabilità dei club partecipanti alle competizioni europee.
Un’altra novità del piano strategico è l’introduzione di un sistema di controlli più frequenti nel corso dell’anno. Questo meccanismo si propone di verificare periodicamente che i club rispettino i parametri stabiliti, ponendo un freno alle condotte di gestione rischiose o poco prudenti. In caso di violazioni, sono previste sanzioni, la cui natura e entità sono ancora in fase di definizione, ma che verranno applicate nell’arco della stessa stagione sportiva.
La riforma adottata dalla FIGC rappresenta un deciso passo avanti nella direzione di una maggiore responsabilità finanziaria e trasparenza all’interno del calcio italiano. Queste misure sono viste come essenziali per migliorare la competitività dei club sul palcoscenico europeo e internazionale, oltre che per proteggere la passione e l’investimento dei tifosi.
Alla fine, il piano strategico della FIGC sembra essere un compromesso tra la necessità di assicurare la solvibilità dei club e quella di mantenere l’equilibrio competitivo all’interno delle varie leghe. La sfida per i club sarà adesso quella di adeguarsi a queste norme, rimanendo finanziariamente sani e al contempo competitivi sul campo. La reazione del mondo del calcio a queste novità determinerà il futuro economico dello sport più amato in Italia.