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Auschwitz nel Discorso Presidenziale: Eredità Infame delle Politiche Razziste

In POLITICA
Gennaio 28, 2025

Durante la recente celebrazione del ‘Giorno della Memoria’ a Roma, il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha espresso parole di profondo rilievo critico su un tema che continua a segnare storicamente l’Italia e il mondo intero: l’Olocausto. Il presidente ha collegato direttamente le atrocità di Auschwitz alle leggi razziali promulgate dal regime fascista in Italia, sottolineando la nefasta alleanza con la furia antisemita del nazismo che portò alla realizzazione della cosiddetta “soluzione finale”.

Nel profondo rispetto delle vittime, il Presidente ha definito Auschwitz come il “punto più oscuro e profondo mai raggiunto nella storia dell’umanità”, un monito perpetuo alle future generazioni sull’importanza della memoria e della vigilanza contro l’odio e il razzismo.

Le leggi razziali italiane, introdotte nel 1938 sotto Benito Mussolini, furono un tragico esempio di come una legislatura possa influenzare negativamente il corso della storia, predisponendo al terreno per l’adozione di politiche ancora più estreme, come quelle attuate da Adolf Hitler in Germania. Con queste leggi, numerosi cittadini italiani di origine ebraica furono privati dei diritti civili, dell’accesso all’educazione e alla vita professionale, e furono successivamente perseguitati.

Il ricordo di queste iniquità, come ha sottolineato Mattarella, non è solo un atto di storica commemorazione, ma serve come una ferma dichiarazione dell’impegno civile e morale del presente nei confronti del rispetto dei diritti umani e della dignità. La riflessione su tali eventi offre, inoltre, una lente attraverso cui esaminare le sfide contemporanee relative all’intolleranza e all’esclusione.

Durante il suo discorso, il Presidente ha anche toccato il ruolo delle istituzioni e del sistema educativo nell’inculcare le lezioni della storia: il significato della memoria, il valore dell’integrità e il rigetto di ogni forma di discriminazione. Questi principi sono fondamentali nella lotta contro l’indifferenza e nella costruzione di una società basata su equità e rispetto reciproco.

In un’era di crescenti tensioni razziali e nazionalistiche in varie parti del mondo, le parole di Mattarella risonano con una particolare urgenza. Non solo ci ricordano gli orrori del passato, ma ci spingono a riflettere sui modi in cui, come società, possiamo evitare di ripetere gli errori che hanno condotto a tali oscurità. La responsabilità della memoria non è solo preservare la verità storica, ma anche attivare una vigilanza costante contro le ideologie che minano le fondamenta della civiltà umana.

La commemorazione al Quirinale si conclude con un appello alla responsabilità di ogni individuo, alla vigilanza collettiva, e al ruolo insostituibile dell’educazione e della cultura nel promuovere la comprensione e la tolleranza. Nella continua lotta contro l’oblio e il revisionismo, il ‘Giorno della Memoria’ emerge non solo come un punto di riflessione, ma anche come un impegno verso un impegno globale per la pace e l’umanità.

In questo contesto, la leadership di figure istituzionali, come quella del Presidente Mattarella, sottolinea l’importanza della leadership morale e politica nel guidare le nazioni attraverso i tempi turbolenti, ricordando gli insegnamenti del passato per garantire un futuro dove tali tragedie non trovino più spazio né giustificazione.