
In questa intervista, abbiamo il piacere di scoprire la storia e la filosofia di CloeShoes attraverso le parole della sua fondatrice, Serena Fierro. CloeShoes, nato nel 2013, è un negozio che si distingue per la sua forte identità legata al made in Italy e alla qualità artigianale delle sue calzature e pelletteria. Serena ci racconta come il marchio sia cresciuto, partendo da una profonda passione per il settore e da anni di studio. Non solo ci svela da dove trae ispirazione per le sue creazioni, ma ci parla anche del suo impegno a creare prodotti che non siano solo alla moda, ma soprattutto durevoli, comodi e resistenti. Inoltre, Serena condivide con noi la sua visione del “Made in Italy”, un valore che ha sempre caratterizzato la sua attività e che continua a guidarla nel selezionare le migliori aziende italiane per le sue creazioni. Una chiacchierata che ci offre uno sguardo intimo e sincero dietro le quinte di un’attività che celebra l’artigianalità e l’eccellenza del nostro paese.
Qual’è la storia del negozio CloeShoes?
Cloe nasce nel 19 ottobre 2013, dopo un e mezzo di impegno, lavoro e studio, più nello specifico lo studio di settore, studio nella moda e soprattutto per quanto concerne il settore calzaturiero made in Italy, ho seguito un corso di calzature artigianali, pelletteria, studio della scarpa.
Da cosa prende ispirazione il nome del marchio?
Il nome Cloe, deriva dal greco che significa libertà, gioventù!
La moda o la linea che segui per la tua attività?
Inerente alla moda, non ho un principio di moda, non seguo la moda ma tendo a crearla molto spesso prendo spunti, ad esempio quando devo far progettare o debbo realizzare una calzatura, prendo ispirazione dalle Maison più famose al mondo, e poi ci metto del mio in cui tendo a ricercare dei pellami e/o colori particolari, per me non è fondamentale il modello (certamente può piacere o non piacere) ma il pellame perché ti crea la scarpa soprattutto con tre caratteristiche fondamentali: la comodità, la resistenza e la durata.
A quale clientela ti rivolgi?
Il negozio si rivolge ad un pubblico femminile dai 25 anni in su, sono un paio di anni in cui abbiamo inserito qualche modello sia di calzatura sia di pelletteria per le giovanissime ad esempio le Mini Bag molto svelte e basic oppure degli anfibi o sneakers adattabili ad un pubblico molto giovane.
In che modo porti avanti l’obiettivo della valorizzazione del MADE IN ITALY?
La tematica di grande importanza, che si carpisce a primo impatto entrando nel mio negozio, è che da ben tredici anni è rimasta l’impronta del MADE IN ITALY, proponendo aziende italiane che abbiano soprattutto una produzione artigianale escludendo qualche marchio che mi da garanzia e soprattutto assistenza come Braccialini, CafèNoir e Cult. Negli ultimi anni mi sono affiancata a delle aziende solofrane per quanto riguarda i pellami per borse e scarpe, puntando sempre di più a mantenere alto il MADE IN ITALY.
di Raffaella Bellezza
