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Bologna Ricorda le Stragi: Un Onore nelle Assenze

In POLITICA
Dicembre 17, 2024

Durante una recente cerimonia solenne tenutasi nella magnifica sala del consiglio comunale di Bologna, il primo cittadino, Matteo Lepore, ha conferito la Turrita d’argento a tre figure emblematiche nella lotta per la memoria e la verità delle tragedie che hanno segnato profondamente la società italiana: Paolo Bolognesi, Daria Bonfietti e Rosanna Rossi Zecchi. Essi rappresentano rispettivamente le associazioni delle vittime della strage della stazione di Bologna, della strage di Ustica e delle stragi compiute dalla banda della Uno Bianca. Questa onorificenza rappresenta un riconoscimento significativo del loro impegno incansabile e del loro coraggioso sostegno alle famiglie delle vittime in una battaglia lunga e dolorosa per la giustizia.

Il gesto di Lepore non è soltanto un simbolo di riconoscimento, ma sottolinea l’importanza del ruolo della memoria collettiva nella costruzione del tessuto sociale e democratico. Bologna, città ferita più volte nel corso della sua storia recente da atti di violenza indiscriminata e terrorismo, si conferma luogo di resistenza civile e di impegno nella difesa dei principi di legalità e giustizia.

Curiosamente e tristemente, c’è stato un elemento di nota in questa cerimonia: l’assenza di rappresentanti dell’opposizione di centrodestra. Questo vuoto, emblematico e significativo, ha sollevato questioni più ampie riguardo il sostegno bipartisan alla causa delle vittime di atti terroristici e criminali che hanno sconvolto il paese. L’assenza ha echeggiato un silenzioso messaggio di divisione, sembrando quasi suggerire una frattura ideologica su un tema che dovrebbe, nella teoria democratica, unire trasversalmente tutti gli spettatori politici.

Analizzando più a fondo, la politicizzazione del ricordo delle tragedie può rivelarsi una spada a doppio taglio. Da una parte, è vitale che la politica si impegni attivamente nel ricordo e nell’elaborazione degli eventi tragici per garantire che la storia serva come lezione per il futuro. Dall’altra, il rischio di una commemorazione selettiva potrebbe alterare i fondamenti stessi del principio di giustizia universale, relegando il ricordo al servizio di agenda politiche.

In questo complesso contesto socio-politico, l’onorificenza conferita da Lepore acquista una rilevanza ancora maggiore. Dimostra che, nonostante le divisioni, esistono ancora settori all’interno della società che insistono sulla necessità di ricordare, di onorare e soprattutto di pretendere giustizia, catalizzando l’attenzione sia nazionale che internazionale verso queste cruciali tematiche.

Tale gesto, quindi, non è solo un riconoscimento del dolore e della perdita, ma anche un chiaro segnale dell’intenzione di mantenere viva la memoria collettiva come strumento di coesione sociale e di critica verso ogni forma di oblio programmato o negligente. In una società che rischia di essere sempre più polarizzata, riaffermare il valore universale del ricordo delle vittime significa riconoscere che ci sono valori al di sopra delle battaglie politiche: la dignità umana, la verità storica e la giustizia.

La storia di Bologna e delle sue tragedie, così come il gesto del suo sindaco e l’assenza significativa di una parte della politica, ci ricordano che il lavoro della memoria è incessante e sempre attuale, una missione che deve traspassare i confini partitici per essere genuinamente nazionale.