
A dicembre, l’Italia ha registrato una riduzione dei consumi petroliferi del 2,2% rispetto allo stesso mese del 2022, con un dato che riflette significative variazioni settoriali. Secondo quanto rilevato dall’Unem, l’Unione Energie per la Mobilità, questa contrazione è stata accompagnata da un sostanziale azzeramento degli impieghi di olio combustibile nel settore della termoelettrica.
Nonostante il calo generale, due settori hanno mostrato segnali robusti e contrastanti: i consumi di jet fuel sono aumentati del 21%, a testimonianza di una ripresa del traffico aereo, mentre i bitumi, utilizzati principalmente per la pavimentazione stradale e l’edilizia, hanno registrato un incremento del 7%. Queste crescite indicano una tendenza di settori specifici che superano le sfide generali del mercato.
Il contesto dei consumi di carburanti per autotrazione rivela altresì dinamiche interessanti nel paragone con il periodo pre-pandemico. Considerando parità di giorni lavorativi, emerge infatti che la benzina ha visto un progresso intorno al 10%, mentre il gasolio denota una leggera diminuzione. Queste cifre suggeriscono modifiche sostanziali nelle abitudini di consumo e nelle scelte dei carburanti da parte degli italiani.
I prezzi al consumo nel mese di dicembre sono diminuiti rispetto al mese precedente, con la benzina a 1,780 euro al litro, calata di circa 6 centesimi, e il gasolio a 1,750, in calo di 7,5 centesimi. L’Unem attribuisce questi minimi annui ad un trend ribassista del petrolio che ha raggiunto a dicembre il valore minimo di 72 dollari al barile. Vale la pena sottolineare che, rispetto ai prezzi medi dell’area euro, sia la benzina che il gasolio, al netto delle tasse, sono stati inferiore di 3,7 centesimi, segnando un vantaggio per il consumatore italiano.
Guardando all’andamento generale del 2023, la tendenza indica per i consumi totali una riduzione dell’1,5% nei confronti del 2022. Tale diminuzione è dovuta soprattutto alla flessione notata nella petrolchimica, nei bunker navali e nei consumi di olio combustibile per la termoelettrica. Al contrario, un forte sostegno è venuto dalla mobilità stradale e dalla ripresa del trasporto aereo che, complessivamente, hanno superato i volumi dello stesso periodo dell’anno precedente di quasi 650.000 tonnellate.
All’interno di questo scenario, la benzina emerge come principale motore di crescita per i carburanti, con una produzione di quasi 8,2 milioni di tonnellate, equivalenti ad un incremento del 3,8%. Questo aumento sembra compensare parzialmente la diminuzione del gasolio per motori, che segnala invece un calo dell’1,9%, sottolineando in particolare una forte contrazione nel canale extra-rete, ossia la distribuzione al di fuori del circuito delle stazioni di servizio, con un -3,8%.
In definitiva, il quadro che emerge per il mercato dei carburanti in Italia è complesso, segnato da tendenze divergenti a seconda dei settori e dei tipi di carburante, e influenzato dal contesto economico globale e dalle scelte politiche in ambito energetico.