
L’economia italiana si confronta con segnali di rallentamento sul fronte del commercio estero. Nel mese di novembre 2023, l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ha riferito di una diminuzione apprezzabile dell’attività commerciale del paese, con una contrazione del 2,4% nelle esportazioni rispetto al mese precedente. Le importazioni pure hanno mostrato una tendenza simile, seppur in misura minore, marcando una decrescita dello 0,6%.
La contrazione dell’export si manifesta in maniera diffusa, coinvolgendo le relazioni commerciali sia con i paesi appartenenti all’Unione Europea, dove si registra un calo del 2,0%, sia con le nazioni extra-UE, che hanno visto una diminuzione del 2,9%. Questo retrocesso nelle transazioni commerciali estere viene percepito come un campanello d’allarme per la competitività italiana e per le prospettive economiche del paese in uno scenario internazionale già complesso.
Analizzando i dati su base annua, l’esportazione ha registrato un declino più preoccupante del 4,4% in termini monetari, che dal punto di vista del volume si traduce in un calo ben più marcato, raggiungendo il 6,4%. Da un’altra parte, l’import ha mostrato una flessione dell’8,9% in valore, che sembra tuttavia essere assai contenuta quando si considera il volume, registrando un ridimensionamento quasi trascurabile dello 0,2%.
Nonostante questo trend al ribasso del commercio internazionale, l’Istituto sottolinea un saldo commerciale positivo per l’Italia nei primi undici mesi del 2023, pari a 28,9 miliardi di euro, un notevole miglioramento rispetto al deficit di 34,7 miliardi dello stesso periodo nel 2022. Il saldo positivo di novembre è stimato in 3.889 milioni di euro, dimostrando un netto avanzamento rispetto ai 1.447 milioni dello stesso mese dello scorso anno.
Un particolare aspetto rilevante è la consistente riduzione del deficit energetico, che a novembre 2023 si attesta a -4.850 milioni di euro, segnando un decremento significativo rispetto agli -8.400 milioni dell’anno precedente. Ciò potrebbe essere interpretato come un effetto delle politiche di diversificazione dell’approvvigionamento energetico e di un incremento nell’efficienza e nell’utilizzo di fonti rinnovabili.
Il quadro che emerge dai dati ISTAT del mese di novembre apre una serie di riflessioni su possibili ripercussioni sull’economia nazionale. È quindi indispensabile una lettura attenta di questi segnali per poter formulare strategie adeguate che rinvigoriscano il commercio estero italiano, preservando così il tessuto economico del paese in un periodo di incertezze globali.