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Calo delle riserve di gas nell’UE: un inverno sotto pressione

In ECONOMIA
Dicembre 27, 2024

In un contesto in cui l’Europa si trova ad affrontare sfide energetiche sempre più pressanti, la riduzione delle scorte di gas naturale rappresenta un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Unione Europea, le riserve di gas sono diminuite, attestandosi al 74,74% della capacità totale, una diminuzione significativa rispetto all’87% registrato esattamente un anno fa.

Quest’anno, le condizioni climatiche si sono mostrate particolarmente rigide, esacerbando la domanda di energia per il riscaldamento. Al 28 dicembre 2023, la capacità di riserva ammontava a 857,9 terawattora (TWh), in calo rispetto agli 868,33 TWh del giorno precedente e ben lontana dai 992 TWh dello stesso periodo dell’anno precedente. Nonostante il quadro generale presenti segnali di contrazione, alcune nazioni come l’Italia e la Germania riescono ancora a mantenere i livelli sopra l’80%, con rispettivamente il 80,5% e il 82,19% del totale delle loro capacità di stoccaggio.

Il confronto annuale mostra che, mentre l’Italia si mantiene stabile con una lieve variazione rispetto al 83,45% del 2023, la Germania evidenzia una situazione più critica, risultando distante dal 90,8% registrato alla fine del 2023. Tali numeri non solo riflettono lo stato attuale dell’infrastruttura di stoccaggio, ma sollevano quesiti circa l’affidabilità della pianificazione energetica e la vulnerabilità di fronte a crisi inaspettate.

Parallelamente, le tensioni geopolitiche contribuiscono ad acuire l’incertezza sul mercato del gas. La Borsa Ttf di Amsterdam ha registrato un incremento nei prezzi, con i contratti future sul gas per il mese di gennaio che hanno visto un aumento del 3,2%, raggiungendo i 47,19 euro al TWh. Tale rialzo riflette preoccupazioni crescenti riguardo la sicurezza energetica europea, in particolare in vista della scadenza dell’accordo sul transito del gas tra Russia e Ucraina prevista per il 31 dicembre. Il presidente russo Vladimir Putin ha puntato il dito contro l’Ucraina, accusandola di ostacolare il transito del metano attraverso il suo territorio e suggerendo come alternativa il rinnovato utilizzo del percorso attraverso la Polonia e la Bielorussia, non attivo dal aprile del 2022.

L’attuale panorama energetico europeo impone una riflessione critica sull’adeguatezza delle misure di sicurezza e sulla capacità di reazione dell’UE di fronte alle emergenze energetiche. Gli importanti investimenti in infrastrutture di stoccaggio e la diversificazione delle fonti energetiche, inclusi i progressi nel settore delle energie rinnovabili, potrebbero offrire delle risposte strategiche alle sfide presenti e future. Tuttavia, la dipendenza da fonti di energia esterne e la stabilità politica dei paesi fornitori rimarranno fattori di rischio significativi.

In conclusione, mentre l’Italia e la Germania si attestano come baluardi in un contesto di generalizzato calo delle riserve, l’intero sistema energetico europeo rimane sotto la spada di Damocle delle incertezze geopolitiche e delle fluttuazioni di mercato. La necessità di una politica energetica europea più coesa e resiliente non è mai stata così evidente.