Una notevole diminuzione dei certificati di malattia è stata registrata nella seconda metà dell’anno 2023, secondo gli ultimi dati forniti dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS). Il calo, che raggiunge il 14% in meno rispetto al corrispondente periodo del 2022, evidenzia una tendenza al ribasso che interessa tanto il settore privato quanto quello pubblico.
Nel dettaglio, la seconda metà del 2023 ha visto la presentazione di 14,3 milioni di certificati di malattia all’INPS, un dato che si distribuisce per la maggior parte (78,0%) nel settore privato. Il tasso di riduzione è stato particolarmente marcato nel terzo trimestre del 2023, con una contrazione del 24,6%, calando da 6,7 a 5,1 milioni di certificati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ancora presenti ma meno accentuate sono state le contrazioni registrate nel quarto trimestre, con una flessione del 6,9%, scendendo da 9,9 a 9,2 milioni.
Questa diminuzione si riflette anche sul totale delle giornate di malattia segnalate. Nel terzo trimestre del 2023 si sono contate circa 21,6 milioni di giornate nel settore privato e 4,7 milioni nel settore pubblico. Si tratta di una diminuzione del 26,4% e del 30,2% rispettivamente, confrontando con i valori del 2022. Le statistiche mostrano che le giornate medie di malattia per certificato si attestano a 5,2 in entrambi i settori, evidenziando una leggera diminuzione rispetto alle 5,4 e alle 5,5 giornate del terzo trimestre del 2022.
Per quanto riguarda il quarto trimestre del 2023, il calo è stato più contenuto: il settore privato ha segnato circa 29,4 milioni di giornate di assenza per malattia (9,5% in meno rispetto al 2022), mentre il settore pubblico 8,9 milioni (una riduzione del 14,3%). In media, le giornate di malattia per certificato si sono assestate a 4,2 nel settore privato e 4,0 nel settore pubblico, indicando un decremento rispetto ai dati del quarto trimestre 2022, che riportavano rispettivamente 4,4 e 4,2 giornate.
Queste cifre possono essere interpretate alla luce di diversi fattori, inclusi cambiamenti nel comportamento dei lavoratori, nelle politiche aziendali, o magari riflettono un miglioramento nella salute pubblica. Allo stesso modo, potrebbe essere interessante analizzare l’impatto di queste statistiche sul produttivo aziendale e sul benessere dei lavoratori. Ciò che è chiaro è che questi dati rappresentano un elemento chiave per comprendere le dinamiche del mercato del lavoro e della salute pubblica in Italia, e potrebbero avere importanti conseguenze sia per le politiche del lavoro che per quelle sanitarie.