
In una giornata tesa e carica di aspettative, il Consiglio Regionale della Campania si riunisce per deliberare su un tema che potrebbe riscrivere le dinamiche del potere locale: l’autonomia differenziata. Oggi, i membri del Consiglio sono chiamati a votare su due specifici quesiti che mirano a indire un referendum abrogativo, un passo potenzialmente rivoluzionario per la gestione delle competenze regionale.
Il primo quesito riguarda la possibile abolizione totale della legge sull’autonomia differenziata, una normativa che ha suscitato dibattiti animati e divisioni significative tra le varie forze politiche. Il presidente del Consiglio regionale, Gennaro Oliviero, ha delineato con chiarezza l’ambizione di questo primo quesito, presentando una richiesta categorica di cancellazione della legge.
Il secondo quesito scava più in profondità, ponendo l’accento sulle singole materie. L’obiettivo è evitare uno “spacchettamento” delle competenze che potrebbe risultare in una gestione frammentata e meno efficace delle risorse regionali. In quest’area, è prevista anche l’introduzione di emendamenti dal Movimento 5 Stelle, atteso nelle prossime ore in aula.
La Campania si distingue come la prima delle cinque regioni a guida progressista ad avanzare verso questa richiesta di consultazione popolare, posizionandosi così all’avanguardia di un movimento che potrebbe estendersi ad altre aree del Paese.
Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale, ha espresso un giudizio severo sulla legge, etichettandola come “iniqua”. Ha invocato i suoi colleghi, specialmente quelli del centrodestra, a elevare gli interessi dei cittadini del Sud Italia al di sopra delle lealtà partitiche, suggerendo una sorta di obiezione di coscienza politica.
Dal canto suo, Severino Nappi, capogruppo della Lega, ricorda come in passato proprio alcune delle forze politiche ora contrarie sostenessero ferventemente l’idea dell’autonomia differenziata. Le critica, quindi, per una percepita incongruenza nel loro attuale approccio alla questione, affermando che la legge vigente salvaguarda principalmente gli interessi del Sud.
Contribuendo alla profondità della discussione, Giuseppe Sommese, presidente della I commissione consiliare e membro di Azione, riconosce l’avvio di una battaglia che trascende il mero campo politico per toccare direttamente il futuro delle generazioni a venire nel Sud Italia. La sua enfasi pone l’accento sulla responsabilità di tutelare non solo l’attuale schema di cose ma di pensare proattivamente al bene dei cittadini di domani.
Questo voto non è solo una questione amministrativa o un semplice dibattito politico; segna un potenziale punto di svolta nella gestione delle autonomie regionali in Italia. Con implicazioni che vanno ben oltre i confini della Campania, il risultato di questa votazione potrebbe innescare una serie di valutazioni e movimenti simili in altre regioni, portando a una riflessione nazionale sulla distribuzione delle competenze e sulle modalità più efficaci per facilitare una governance equa e efficiente. In quest’ottica, il Consiglio Regionale della Campania non si trova solo a decidere su questioni locali, ma potrebbe effettivamente delineare un nuovo corso per il regionalismo italiano.