La tempesta politica scaturita dall’incidente di Capodanno in cui l’onorevole Pozzolo fu sospeso dal partito Fratelli d’Italia, si è nuovamente intensificata dopo recenti dichiarazioni e indiscrezioni pubblicate dal quotidiano “Il Foglio”. In particolare, l’attenzione si è focalizzata sul sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che secondo alcuni rapporti, avrebbe alterato la cronologia degli eventi della serata in cui si verificò l’incidente con il mini revolver.
Durante il question time al Senato, i partiti di opposizione, tra cui il Partito Democratico (Pd) e Italia Viva (Iv), hanno intensificato le loro richieste di dimissioni dell’On. Delmastro, mettendo in luce non soltanto gli elementi emersi intorno all’incidente del ferimento di Luca Campana, ma anche alcune questioni relative ai rapporti tra il sottosegretario e alcuni settori della polizia penitenziaria.
Il Guardasigilli, Carlo Nordio, ha risposto alle richieste di chiarimento ribadendo il proprio rispetto verso il segreto istruttorio, sottolineando l’importanza dell’indipendenza della magistratura e facendo promessa che risposte saranno fornite una volta che le indagini della Procura saranno concluse. Tuttavia, ha respinto le accuse riguardo l’uso della scorta e la natura dei rapporti del sottosegretario con la polizia penitenziaria, definendo come assolutamente normali e senza scandalo situazioni in cui la scorta partecipi a eventi conviviali.
Nondimeno, l’ex primo ministro Matteo Renzi e la senatrice del Pd Anna Rossomando hanno espresso insoddisfazione verso le risposte del Guardasigilli e hanno lanciato accuse di “utilizzo proprietario della polizia penitenziaria e reticenza omertosa”. Le tensioni sono state ulteriormente accresciute dalle dichiarazioni dell’Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria, che ha definito il comportamento del sottosegretario come un “atto di tradimento” visto lo scarto tra le promesse fatte e le condizioni di lavoro del personale.
Il caso Pozzolo sembra quindi lungi dall’essere chiuso, con un dibattito infuocato che si prospetta sui piani giudiziario e politico. Le dichiarazioni e i dettagli emersi mettono in luce gli intricati vincoli tra la politica, la giustizia, e i corpi di sicurezza, sollevando interrogativi sulla condotta dei pubblici ufficiali e la trasparenza dei processi decisionali e istruttori. La questione rimane aperta e l’attenzione pubblica e mediatica continuerà a seguire gli sviluppi di questa vicenda carica di implicazioni politiche e istituzionali.
