
Nel cuore pulsante di Roma, presso il ministero della Cultura, si è tenuto un evento catalizzatore per la sensibilizzazione e l’azione contro la violenza di genere, orchestrato in occasione della prossima Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Il convegno, intitolato “La cultura del rispetto”, non solo ha offerto una piattaforma di riflessione sull’epidemia silenziosa della violenza di genere, ma ha anche celebrato gli sforzi di individui e organizzazioni con la consegna del prestigioso premio ‘Persefone’.
Il convegno ha visto la partecipazione di una serie di esperti nei campi della giustizia, dell’educazione e dei media. Tra gli intervenuti, Valerio De Gioia, magistrato della Corte d’appello di Roma, ha discusso le ramificazioni legali della violenza di genere e l’importanza di una giustizia sensibile e informata. Anna Maria Giannini, docente presso l’Università La Sapienza di Roma, ha messo in luce come la psicologia possa contribuire a decifrare ed eradicare le radici culturali di tale violenza.
Uno degli aspetti salienti del convegno è stata la partecipazione di personalità del calibro di Matilde D’Errico, autrice e voce attiva nel dibattito sulla violenza contro le donne, che insieme a Costanza Andreini, manager di politiche pubbliche di Meta, e Giorgia D’Errico, di Save the Children, ha discusso le strategie mediatiche e digitali per combattere gli stereotipi e promuovere una cultura del rispetto.
I premiati durante l’incontro non solo hanno ricevuto riconoscimenti per il loro immancabile impegno, ma hanno anche condiviso le loro esperienze e visioni, arricchendo il dibattito. Tra questi, spicca la figura di Eleonora Daniele, giornalista e conduttrice, la cui moderazione ha sapientemente guidato le discussioni, e Antonio Preziosi, direttore del Tg2, il quale ha enfatizzato l’importanza di un giornalismo che va oltre la semplice cronaca, equipaggiando il pubblico con strumenti critici per intervenire attivamente contro la violenza di genere.
Nondimeno rilevanti sono stati gli esempi di intervento sul campo come quello di Giuseppe Losasso, chirurgo plastico a capo dell’organizzazione ‘Smileagain fvg’, e Mariantonia Secconi, dell’Arma dei Carabinieri, che hanno evidenziato l’urgente necessità di supporto e riabilitazione per le vittime.
Un punto di svolta emotivo è stato la presentazione del progetto dell’istituto Publio Vibio Mariano, dove studenti, guidati da Luisa Bruno e Francesca Ascani, hanno esplorato l’intersezione tra educazione, arte e attivismo, culminando nella creazione di un video musicale in cui giovani studenti si esprimono contro la violenza attraverso la musica rap.
Questo insieme di voci, provenienti da diversi settori, ha rafforzato un messaggio chiaro: la lotta alla violenza di genere richiede un impegno collettivo e multidisciplinare. Le riflessioni emerse pongono le basi per una nuova strategia nazionale, che speriamo possa essere tanto inclusiva quanto efficace, affrontando non solo i sintomi ma anche le radici profonde di questa piaga sociale. Con la cultura e l’educazione come pilastri, il cammino verso un futuro senza violenza appare non solo necessario, ma possibile.