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Cosimo Ferri Assolto dal Csm nel Caso “Hotel Champagne”

In POLITICA
Marzo 26, 2024

La vicenda giudiziaria che ha visto protagonista Cosimo Ferri, ex sottosegretario alla giustizia e figura di spicco tanto nel Partito Democratico quanto in Italia Viva, trova un epilogo nel segno dell’assoluzione da parte del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm). Ferri, accusato di “comportamento gravemente scorretto” in seguito a un incontro avvenuto il 9 maggio 2019 all’hotel Champagne – incontro nel quale furono discusse le nomine per la Procura di Roma – ha beneficiato della mancanza di prove decisive, ovvero dell’impossibilità di utilizzare le intercettazioni come elemento accusatorio.

Il nodo centrale della vicenda giudiziaria è stato proprio l’impiego delle intercettazioni telefoniche, effettuate sul cellulare dell’ex pm Luca Palamara e che riguardavano anche Ferri. La Camera, infatti, per ben due volte ha negato l’utilizzo di tali prove, anche dopo il parere della Corte Costituzionale (Consulta), che non aveva ravvisato la necessità di un’autorizzazione preventiva per l’utilizzo delle intercettazioni, in quanto non era evidenziato che l’attività investigativa fosse finalizzata specificamente a intercettare le comunicazioni dell’ex deputato.

Questo veto parlamentare si è tradotto in un punto di svolta decisivo per la sentenza del Csm, che ha dovuto optare per l’assoluzione mancando l’unica prova considerata rilevante. La Procura Generale della Cassazione potrebbe teoricamente riesaminare il verdetto, tuttavia l’assenza di un conflitto di attribuzione sollevato dal Csm fa prefigurare un’impugnazione remota.

Ferri, nel frattempo, si trova al di fuori del ruolo attivo della magistratura, essendo attualmente distaccato al Ministero della giustizia per effetto della riforma Cartabia. Tale riforma prevede un periodo di ‘pausa’ per le toghe rientranti in servizio a seguito dell’esperienza politica. Nonostante la volontà di Ferri di reinserirsi subito nel mondo giudiziario, la sua istanza è stata respinta in base alle nuove normative, che intervengono al termine del mandato di parlamentare o altra carica elettiva.

La decisione della Camera, presieduta dal deputato Enrico Costa, di non concedere l’uso delle intercettazioni il 25 ottobre, e la conferma di tale veto in Aula il 19 dicembre, ha reso effettiva l’impossibilità di procedere con una punizione disciplinare nei confronti di Ferri. Un voto che ha visto la maggioranza, Italia Viva e Azione contrari all’utilizzo delle intercettazioni, mentre il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle si sono espressi favorevolmente.

Con l’esito di questa assoluzione, la vicenda “hotel Champagne” si aggiunge al complesso panorama dei rapporti tra giustizia, politica e responsabilità magistraturale in Italia, delineando ancora una volta le delicate frontiere entro le quali si muovono queste istituzioni.

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Redazione